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Crisi di giunta, il rimpasto perde quota. Dietro il silenzio della Tesei fa capolino l'atto di forza: o unità per l'Umbria o addio

Lo scacco matto alla Regione non sarebbe definitivo. Bocche cucite a livello ufficiale, ma ufficiosamente si parla chiaramente di una strategia rischiosa ma che potrebbe salvare il progetto votato dagli umbri

Lo scacco matto alla Regina non è poi così scontato, come sembrava fino a poche ore fa. La mossa del cavallo dei vertici regionali della Lega, che ha estromesso dal partito l'assessore ex leghista Enrico Melasecche, ha provocato un terremoto per la maggioranza di centrodestra - in termini di immagine e forse anche di consenso alle prossime amministrative che distano poco più di un mese - ma potrebbe non aver sortito l'effetto desiderato: il rimpasto nella Giunta Tesei. Ovviamente la Lega vuole mettere un assessore di suo gradimento che risponda ai dettami del partito e non solo alle logiche di governo. Ovviamente, come già ribadito da Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia chiede un rimpasto perchè non può essere esclusa la seconda forza della coalizione dalla Giunta regionale, soprattutto ora che i sondaggi nazionali consacrano la destra meloniana vicina ad essere il primo partito italiano. Insomma tra lo scacco della Lega e la pressione elettorale di Fratelli d'Italia tutto lascia(va) presagire una Tesei pronta al rimpastone sacrificando non solo il Melasecche - che va detto alla sua veneranda età (72) e con la sua esperienza politica (infinita) poteva anche accettare una sola poltrona invece che tenerne due (assessore-consigliere) evitando questo pandemonio ai tempi del Covid - ma anche un altro membro: o la civica Agabiti o il tecnico per lo sviluppo regionale Michele Fioroni. Questa sarebbe la strada più facile per sopravvivere politicamente magari fino alla fine della legislatura. Ma è la strada migliore per governare e per dare un futuro agli umbri?

La domanda sta rimbalzando tra Palazzo Donini e le camere d'albergo dove si trovano in vacanza lo staff, tutti gli uomini e le donne della Tesei e, ovviamente, della Governatrice stessa. Il silenzio mirato - stavolta, forse l'unica volta, ben azzeccato... - della "Regina" - riferimento alla metafora degli scacchi - fa capire che il rimpasto non è poi così scontato e che si sta ragionando anche su un'azione di forza, di autorevolezza. La prova? Più di una. La prima: alcune telefonate della Tesei e alcuni sms rassicuranti alla sua squadra nella tarda serata di ieri. La traduzione si dice sia questa: si va avanti sul percorso già tracciato, continuate a lavorare come se non fosse successo niente. La seconda: se le bocche ufficiali restano cucite, altre bocche autorevoli, in via ufficiosa, invece hanno iniziato a bisbigliare. Cosa? La presidente non crede nel rimpasto in questo momento storico e con questa crisi, si attendono importanti risorse nazionali ed europee, cambiare ora vorrebbe dire cancellare quello fatto fino ad oggi fatto e affidarsi ai dirigenti della macchina pubblica e non alla parte politica.

Non si vorrebbe cambiare anche perchè nel comunicato della Lega anti-Melasecche la Tesei ha percepito anche un attacco a lei. L'assessore, magari non ha concordato certi progetti con il partito, ma non si sarebbe mai permesso di fare fughe in avanti senza il consenso della titolare. Chiedere la sua testa, vuol dire fare uno shampoo a secco anche alla sua di testa. Il rimpasto vorrebbe dire cedere non solo sul progetto - che comunque deve essere concordato, limato e aggiustato anche con la maggioranza... e questo non sempre è stato fatto - ma anche sull'autonomia della Governatrice eletta direttamente dagli umbri.

Le voci parlano dunque di un atto di forza sul modello: o si ritrova l'unità (lasciando la Giunta com'è) o tutti a casa. Come concessione qualche modifica da stabilire, maggiore ascolto e disponibilità nell'attuare anche le proposte che arrivano dalla maggioranza. Una strategia che circola, va sondata, verificata e calcolata. Il silenzio sulla crisi andrà avanti ancora a lungo per questi motivi. D'altronde i rischi sono alti:  fare la fine di Spoleto (lega e fratelli d'italia hanno fatto cadere il sindaco non più amico e ora c'è un commissario) e mandare per sempre all'opposizione quello che resterà del centrodestra, favorendo la nascita di un grande centro civico-moderato.  Di contro una ritrovata unità in nome degli umbri e della sopravvivenza permetterà di governare (si spera meglio...) e di aver chance per il futuro prossimo.

Le voci sulla potenziale azione di forza della Tesei sono arrivate anche in casa dei partiti: c'è chi è pronto a mediare, chi tace e chi è pronto a buttare giù tutto perchè considera l'operazione un ricatto politico. Ma tutti sanno due cosette importanti che giocano a favore della Governatrice: la prima, chi è quel consigliere pronto ad andare a casa lasciando molto tempo prima la comoda poltrona? Due: con l'aria che tira dopo le amministrative di ottobre certi dirigenti di partito di centrodestra rischiano o di essere fortemente ridimensionati o peggio ancora pensionati. Non è un mistero per nessuno che al momento la coalizione da Spoleto, passando per Bettona arrivando fino a Città di Castello è spaccata e con troppi personalismi (e potenziali candidati sindaci). C'è ancora tempo per le alleanze. Ma la lezione è sempre la stessa: senza unità si rischia il flop. E quindi il fattore tempo è fondamentale. Peccato però che gli umbri, le aziende, le famiglie di tempo ne hanno poco per provare a riemergere dalle sabbie mobili della crisi. Purtroppo la politica continua ad avere un orologio differente da quello dei cittadini. Ma questo è un altro discorso. 

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