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Il blog di Franco Parlavecchio - L'Italia è fragile, piena di burocrazia e senza regole: e la Spagna ci batte

Spagna batte Italia 1 a 0. No, non sto parlando di calcio, la sfida in Champions è finita in sofferta ed insperata parità. Gli iberici, che per anni sono rimasti sempre dietro a noi rispetto ai dati di crescita, nel 2017 hanno superato l’Italia nel Pil pro capite e nei prossimi 10 anni avranno il 7% in più del Prodotto interno lordo, almeno così si prevede. 

Sarà anche per questa ragione che siamo fuori dalla top 20 della qualità della vita? La ricchezza non fa la felicità ma sicuramente aiuta a mantenere il sorriso. Pur essendo i primi al mondo per influenza culturale e patrimonio storico artistico, riusciamo quasi a scomparire dalla classifica per capacità di attrarre investimenti o per la trasparenza della pubblica amministrazione E poi scopriamo (che scoperta…) che il miglior Paese per la qualità della vita, confina con noi, è piccolo, ma è proprio un altro mondo, fatto di regole e certezze, esattamente come non lo è il nostro: la Svizzera.

Eppure rimaniamo un paese molto interessante da visitare. Se ci rendessimo conto di quante bellezze, ricchezze e sfaccettature abbiamo intorno a noi, se ci impegnassimo almeno un po’ per rispettarle e valorizzarle, allora sì che potremmo scalare la classifica. Potremmo fare un regalo per noi stessi e potremmo offrirlo anche alle future generazioni.

Quelle giovani generazioni che,secondo un sondaggio internazionale, sono indicate come le più insoddisfatte della vita che conducono. Proprio i giovani universitari italiani. Tra le principali preoccupazioni, il carico di lavoro e i troppi impegni.  Quasi 4 universitari su 10 rivelano di non essere soddisfatti della propria vita. Sul podio delle preoccupazioni la possibilità di trovare lavoro dopo la laurea. 

Questo dato dipende anche dai servizi che offrono le università, risultando molto poco attrattive e che influiscono sulle capacità di apprendimento, quindi sulla futura possibilità di costruire una adeguata classe dirigente. In pratica la preoccupazione per il futuro in un momento di crisi economica ma anche di valori, sembra scoraggiare e condizionare la visione di un percorso universitario, come se si avvertisse una mancanza di proporzionalità tra l’impegno richiesto dallo studio e le opportunità di lavoro.

Per quanto studi e sondaggi possano sembrare banali, ci offrono uno specchio reale del momento che viviamo. Ne esce il disegno di un’Italia fragile, intrisa di burocrazia, con pochi servizi e soprattutto precaria e senza regole. Quelle debolezze e furbizie che si riflettono sulla non facilità a formare un Governo credibile. Questa è l’Italia che conosciamo. Quella che ci piace così quando abbiamo il potere di fare la voce grossa, quella che critichiamo quando diventiamo piccoli come la maggioranza che ci circonda.

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