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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

La protesta ai decreti Conte, intervista a Virginio Caparvi: "Subito un piano reale per ripartire, blocco delle tasse"

Tra i componenti della Lega che hanno occupato per protesta Camera e Senato per spingere il Governo a riaprire il Paese dopo l'emergenza coronavirus, c'era anche il segretario regionale dell'Umbria, Virginio Caparvi

Tra i componenti della Lega che hanno occupato per protesta Camera e Senato per spingere il Governo a riaprire il Paese dopo l'emergenza coronavirus, c'era anche il segretario regionale dell'Umbria, Virginio Caparvi, che abbiamo contatto telefonicamente per una intervista. Buona lettura.

Onorevole Caparvi anche per lei prima notte di presidio alla Camera con i colleghi leghisti per protestare contro il Governo Conte: per cosa vi state battendo?
Per avere chiarezza, un piano reale di riaperture, impegni certi e tempi certi per capire in quale direzione va il Paese. Non è normale che tra un annuncio televisivo e l’altro i Ministeri comunichino a 15.000 geometri che lo stanziamento previsto per i 600€, già discutibili nella quantità, non è sufficiente. Non ci si può presentare in televisione, per mera vanità, ed esternare a reti unificate l’incertezza più totale. E’ proprio ciò che non occorre in questo Paese, in questa fase.

Il segretario delle Lega Matteo Salvini ha annunciato un piano per rilanciare il Paese dopo la grande quarantena: può anticiparci qualcosa, almeno la filosofia che sta alla base della proposta?
Liberare risorse, economiche ed intellettuali. Quanto accaduto con il ponte di Genova è l’emblema plastico di quanto sia necessario liberare il Paese da montagne di burocrazia che soffocano imprese e lavoratori. Dopo una guerra è tempo di tirare una linea, anche a livello fiscale, e riportare tutti nelle condizioni di dare il meglio. L’inerzia si rompe con uno shock.

Onorevole Caparvi, il dossier dell'Umbria per la Fase 2 ha ottenuto il vostro pieno appoggio: quali reputa i punti di forza per andare incontro alle esigenze delle imprese? E soprattutto: c'è la possibilità che il modello umbro tolga il bavaglio - come detto dalla Tesei - alle Regioni per stabilire una ripartenza a secondo delle caratteristiche e contagio del territorio?
Trattare allo stesso modo la Lombardia e l’Umbria è inopportuno. In qualità di Parlamentari Lega abbiamo fin da subito sostenuto la Presidente Tesei nella battaglia della regionalizzazione delle riaperture. In Umbria abbiamo i numeri giusti per iniziare una fase difficile che è quella della convivenza con il virus, una fase che comunque dovremmo affrontare il primo giugno. Tanto vale dare respiro subito a quelle migliaia di lavoratori umbri che sono già con le maniche tirate su, pronti a fare la differenza. Credo che il Governo non potrà ignorare l’appello delle regioni e, soprattutto, l’atteggiamento responsabile e costruttivo della nostra Presidente la quale, non è andata a caccia di titoli da giornale ma ha lavorato incessantemente.

In queste settimane cittadini e lavoratori si sono rivolti ai voi deputati: cosa chiedono? Quali sono le priorità?
Sopravvivere è la vera emergenza di chiunque, di chi ha un lavoro e di chi non ce l’ha più. Per chi ha un lavoro la priorità è tornare in attività quanto prima poiché c’è il reale timore di perdere tutto. Per chi non ha più un lavoro resiste, non so ancora per quanto, una forma di pudore nel denunciarsi come “nuovo povero” ma fra qualche settimana, se non si pone rimedio con provvedimenti rapidi ed efficaci, anche questo argine cederà.

Siamo sicuri che andrà tutto bene come dice lo slogan?
Nulla andrà diversamente da come vorremo farlo andare, consapevoli di essere una grande nazione, certamente lontana da quanto raccontano di noi alcune cancellerie europee o alcuni giornali tedeschi. L’Italia ce la può fare.

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