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INTERVISTA Michele Berloco (+Europa): "Lavoro, immigrazioni, sostegno alle Partite Iva: le nostre priorità"

Europa fa rima con opportunità di vendere merci in tutto il continente, di uno scambio continuo di informazione e l'opportunità di muoversi in un territorio vasto dove lavorare, vivere e crescere professionalmente

Dottor Michele Berloco, candidato alla Camera per +Europa con Emma Bonino, tutto il vostro programma guarda all'Unione Europea come punto di riferimento. Ma non crede che in questa maniera si rischia di tagliare radici e non difendere il made in Italy?
"Mentre in molti cavalcano l'onda dei sovranisti, degli anti-europei convinti, di quelli che vorrebbero più Stato e meno Unione, io e gli altri candidati di +Europa diciamo l'esatto contrario: vogliamo più Unione Europea nella nostra vita, nel nostro lavoro, nei nostri diritti. Siamo il partito più europeista che c'è in Italia perchè siamo convinti che lo sviluppo, il benessere e la difesa delle nazioni passa per questa formula. Sono consapevole che ad oggi abbiamo pagato un prezzo alto per l'Unione Europea, ma è figlia di scente politiche italiane sbagliate e di una spesa pubblica vergognosa. Europa fa rima con opportunità di vendere merci in tutto il continente, di uno scambio continuo di informazione e l'opportunità di muoversi in un territorio vasto dove lavorare, vivere e crescere professionalmente. I giovani, i nostri erasmus, lo sanno bene cosa vuol dire essere cittadini europei, vuol dire libertà, studio e pace. Libero movimento. Non sanno immaginare barriere, frontiere... una vecchia cultura che è rimasta in mano ai populisti che vorrebbero ritornare alla Lira e al tutti contro tutti. Un fallimento economico e sociale. Noi vogliamo più Europa per avere i diritti di altri paese, i salari di altri paese, uno sviluppo in linea con i paramentri europei".

In italia l'Unione Europea è finita nel banco degli imputati anche per via della sua scarsa politica sulla gestione dell'emigrazione. Una problematica molto difficile da trattare. Qual + la vostra posizione? Noi siamo un partito coraggioso perchè anche in questo caso andiamo controcorrente: vogliamo cancellare l’attuale legislazione italiana in materia di immigrazione perché impedisce l’integrazione degli stranieri nella società e nel mercato del lavoro, generando irregolarità, lavoro nero, emarginazione sociale e insicurezza per tutti. Puntiamo  su un permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di occupazione attraverso attività d’intermediazione pubbliche e private tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri e dalla reintroduzione del sistema dello sponsor, e forme di regolarizzazione su base individuale degli stranieri irregolari già presenti sul territorio – anche nel caso di richiedenti asilo cui è stata negata la protezione – qualora sia dimostrabile la disponibilità in Italia di un’attività lavorativa o di formazione o l’esistenza di legami familiari, sul modello spagnolo del “radicamento”.

Lavoro, lavoro e lavoro: è questa la richiesta che sale dai giovani e dai meno giovani dall'Umbria. La vostra formula? E' facile da declinare e si basa su due parole chiave: più formazione professionale - continua -, meno tasse che gravano sulle imprese. Più formazione per i giovani e i 50enni che si trovano disocupati. Il sapere è l'arma che permette di restare agganciati ai continui cambiamenti del mercato. Il versante delle tasse prevede un calo graduale e compatibile con gli impegni di spesa intrpresi e il patti. Sulle povertà, oltre che maggiore aiuto nella ricerca di lavoro - bisogna introdurre una forma di sussidio di disoccupazione europeo come strumento di stabilizzazione.

+Europa punta diretti anche al cuore e al portafoglio dei liberi professionisti e delle partite iva... non è vero? "Verissimo come dimostra il nostro programma che riserva 5 punti chiave di riforma fiscale e lavorativa per questa tipologia di lavoratore. Le attuali agevolazioni burocratiche vigenti per i regimi dei minimi vanno estese a tutti i titolari di partita IVA fino a 60mila euro di fatturato e l’imposizione fiscale deve essere alleggerita per tutti. I lavoratori autonomi iscritti devono essere liberi di poter scegliere a chi versare i contributi previdenziali mantenendo però un’aliquota minima da versare all’INPS per assicurarsi in caso di malattia, infortunio o maternità.  Va ristabilito il diritto a pagare le tasse sui redditi conseguiti sull’anno, superando progressivamente l’obbligo degli acconti per i lavoratori autonomi, a cominciare da quelli con fatturati più bassi. Vogliamo anche estendere il limite, oggi pari a 5mila euro, della compensazione automatica dei crediti verso l’erario".  

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