L'INDISCRETO di Maurizio Ronconi | Il partito dei cattolici che non c'è più. Tutto il resto sono goffi tentativi propagandistici
Al gran carosello, meglio, alla baraonda, della campagna elettorale mancano, oramai da anni, gloriosi protagonisti di un tempo. I cattolici, intesi come forza unitaria ed organizzata, fino a venti anni fa rappresentati in Parlamento e soprattutto nel governo del Paese, dalla Democrazia Cristiana. Non che si debba esercitare una nostalgia fuori tempo ed anche fuori luogo ma assistere ad una campagna elettorale in cui i temi cari ai cattolici, solidarismo, interclassismo, cooperazione, famiglia, attenzione al sociale, eticità dello Stato, siano stati largamente accantonati per essere sostituiti spesso da urla propagandistiche, risse verbali, anatemi e da temi francamente laicisti come se fossero solo essi sinonimi di modernità, produce un effetto almeno fastidioso.
Sarebbe politicamente inutile e sciocco rimpiangere ed immaginare una nuova Democrazia Cristiana. Non è più, e per mille ragioni, quel tempo di cui non si intravedono neppure remote condizioni per un ritorno ma da questo ad una assenza totale nel dibattito politico e dunque nella offerta programmatica dei partiti di argomenti un tempo, ed ancora oggi, cari ai cattolici, ci corre l'agnosticismo del neo laicismo della società contemporanea, un evidente disinteresse di tanti giovani ai temi sociali ed anche, bisognerà pur accennarlo, il ritiro su sponde più spiritualistiche, della Chiesa e delle sue gerarchie. Perché quando i cattolici divennero, prima in quanto tali non lo erano, protagonisti della vita politica e sociale italiana, alle spalle di grandi militanti ed intellettuali cattolici c'era la Chiesa con la sua organizzazione gerarchica ed anche laica che non solo supportava ma convinceva alla partecipazione, educava, insegnava, spingeva ad una presenza da protagonisti.
Oggi non è più così ma i cattolici si sono anche dispersi in mille rivoli di appartenenza politica, spesso contrapposti, con un solo risultato: l'inconsistenza, la mancanza di rappresentatività, l'insignificante presenza nell'agorà della politica italiana. Ci sono, sia a destra che a manca, tentativi più di natura propagandistica e politicamente non disinteressati, goffi tentativi di riprendere temi vicini alla militanza cattolica. Ma non convincono certi sussulti integralistici a favore della famiglia tradizionale, della natalità, delle adozioni cari ad una parte della destra ma neppure una “socialità” esclusiva solo verso alcune fasce, un universalismo che non tiene conto delle diverse sensibilità, magari confuse in un groviglio di “conquiste sociali” non chiare neppure a chi le auspica. Ovvero i temi dei cattolici sono stati sostituiti da una serie di caricature che non ne colmano l'assenza ma la approfondiscono. Alcuni anni or sono, dieci, quindici, con l'incoraggiamento di autorevoli rappresentati della Chiesa romana, i parlamentari cattolici, al di là delle diverse militanze, vennero incoraggiati ad incontrasi, dibattere, cercare di delineare spazi comuni di impegno politico e ancor prima parlamentare.
Se non è più il tempo di una militanza partitica comune, oppure non lo è ancora, si delineino fronti di impegno su temi qualificanti ed unificanti, declinati con moderazione ma anche con convinzione. Il successo della iniziativa, allora come oggi, potrebbe significare la riscoperta della possibilità di una rinnovata militanza comune, un rinnovato lievito. Il processo allora iniziò ma poi la radicalizzazione del confronto politico, un impoverimento complessivo della sensibilità sociale dei parlamentari, una tiepidezza delle gerarchie ecclesiastiche ormai anch'esse spesso su sponde politiche diverse e un evidente decadimento culturale, determinarono l'esaurimento del tentativo. Oggi l'orizzonte è ancor più indecifrabile ma se anche su questo versante si indugerà, in tanti, e questa volta anche tra i cattolici, sceglieranno una impotente astensione e non saranno sufficienti i pur tardivi appelli anche della Chiesa ad andare a votare per convincere i più. Ed allora i responsabili di un neo laicismo, della permanente frantumazione dei cattolici in politica, saranno molti, nessuno escluso, neppure i religiosi più autorevoli.