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IL BLOG di Franco Parlavecchio - Tre anni fa la tragedia di Ponte Valleceppi... ricordare perchè non accada più

Perugia, per favore, non dimenticare. Il 6 luglio di tre anni fa una tragedia ti ha ferito profondamente ma oggi cerchi di guardare oltre con indifferenza. Ricordo ancora la telefonata dell’amico giornalista Luca Benedetti che quella mattina mi disse “Franco hanno sparato alla tua amica Ilaria”. Quelle parole mi suonarono surreali. Corsi subito a Ponte Valleceppi, in quella maledetta via chiusa dalle transenne. Un omicidio, una strage. Non sarebbe mai dovuto accadere. Ilaria Abbate morì qualche giorno dopo mentre il figlio rimase ferito, come Ilaria Toni.

Dopo giorni di cronache nazionali e locali è sceso un colpevole silenzio, quasi a non voler ricordare un atto che sotto sotto, nel chiacchiericcio popolare, qualcuno è riuscito a giustificare come un semplice raptus omicida. In realtà è stato un gesto senza alibi che dovrebbe rimanere scolpito nella storia della città, quanto a crudezza e assurdità.

Un tempo sembravano eventi molto lontani mentre oggi potrebbe tranquillamente essere il vicino della porta accanto. Purtroppo capita sempre più di frequente a noi uomini, che abbiamo perso una parte della nostra identità, di confondere il senso di possesso con l'amore e non accettiamo la possibilità di essere lasciati. Complice anche la familiarità con cui la società tutta si sta abituando a non stupirsi.

E’ colpa di una visione distorta dei rapporti sentimentali: ci si sente sempre più soli e si pensa ad estremizzare ogni atto, fino in fondo. Ma non va indagato cosa succeda all’interno delle coppie. Nella vita bisogna rivendicare il diritto ad essere liberi di scegliere. Alla fine rimane solo una scia di dolore incolmabile per tutti; soprattutto per un bambino che ha lottato tra la vita e la morte ed ora con la sua disabilità ne pagherà per sempre le conseguenze. Si dice anche che la Asl potrebbe non garantire un’assistenza totale a questa vittima innocente. Spero sia solo una voce infondata perché mi auguro che almeno lui abbia un’opportunità, quella per sempre negata alla madre. Vorrei sapere se avrà un futuro.

Quando incontri Ilaria Toni, oggi, non ti accorgi di nulla. Non c'è alcun segno visibile, ma tutti dovrebbero avere grande rispetto per il segno che porterà sempre dentro. Anche per questo bisogna ricordare. Il ricordo è l'unico mezzo che consente di non ripetere e rispettare chi ha vissuto direttamente o indirettamente questa tragedia, comprese le famiglie delle vittime e gli amici. Ti prego Perugia, non dimenticare. Io non mi rassegno all’assuefazione, all’indifferenza, a questo egoismo che ci fa scordare chi siamo.

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