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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

IL BLOG di Franco Parlavecchio - Il testamento biologico è una vittoria. E' finito il tempo dell'ipocrisia... e vi spiego perchè...

Questo Parlamento ci sta per salutare. Entro fine anno si scioglieranno le Camere, in attesa di aprire ufficialmente quella campagna elettorale che di fatto è già partita da troppo tempo. E’ il momento dei bilanci. Come si sono comportati gli eletti di questa legislatura? Non vi preoccupate, non sto per dare i voti… Ma è palese a tutti che tra cambi di casacca, litigi interni, un livello trasversalmente medio spesso non all’altezza di un incarico così fondamentale, il giudizio non può essere esaltante. Ma questo Parlamento conserverà per sempre un grande merito, che gli va riconosciuto, cioè aver approvato, seppure in extremis, una legge che ci spinge in avanti rispetto al nostro grado di civiltà: quella sul testamento biologico.

Quasi non ci speravo più perché era la classica legge che per motivi spesso poco nobili si fermava all’ultimo miglio. Anche questa volta non sono mancate le pressioni per stopparlo e tuttora qualcuno chiede al Presidente della Repubblica di rinviare il testo alle Camere. Non credo che ci sia il tempo per tornare indietro perché quel tempo era già scaduto e sarebbe il caso di smetterla di tirar fuori motivi etico-religiosi che non possono farci diventare ostaggio delle scelte altrui.

A questo punto sottoscrivere un testamento biologico significa poter decidere, in un momento in cui si è ancora capaci di intendere e volere, momento sulla cui durata non ci è dato di fare previsioni, quali trattamenti sanitari si intenderanno accettare o rifiutare. Si sancisce il diritto a sospendere le cure, il diritto a decidere per sé nel caso in cui ad un certo punto si sia impossibilitati a farlo. Da non confondere con l’eutanasia.

Hai veramente chiara questa delicata situazione quando vivi appeso allo stesso filo della vita di qualcuno che ami. Si alza in modo esponenziale la tua capacità di vedere ciò di cui prima non ti saresti accorto o forse avresti visto con occhi diversi. La vita si può chiamare tale quando scorre in modo dignitoso.  Trovo ipocrita questa levata di scudi degli istituti sanitari religiosi. Ho di recente girato di persona in moltissime cliniche, molte proprio a vocazione religiosa, nelle quali tutti si dichiaravano privatamente pronti ad accompagnare ad una morte dignitosa.

Ha suonato strano, questo, alle mie orecchie, dal momento che per anni ho sentito discussioni interminabili sul fine vita.   Un medico mi ha perfino detto chiaramente che in Italia si pratica l’eutanasia anche se nessuno ha il coraggio di dirlo e che tutti i dibattiti sul tema sono il frutto dell'ipocrisia nostrana. Qui l’argomento tocca altri limiti ma tant’è che quando la politica si toglie le vesti partigiane riesce a garantire il godimento di un diritto a tutti i cittadini, anche a quelli che non si possono più esprimere.

Questa legge è forse anche un modo per chiedere scusa a coloro che sono stati costretti a morti tremende, che chiedevano solo di essere lasciati in pace e sono stati dal diritto sistematicamente ignorati.

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