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IL BLOG di Aldo Potenza | L'Omodossia... ovvero i danni collaterali del virus

di Aldo Potenza
Affermava Gramsci che gli illusionisti "sono quegli imbottitori di crani i quali gridano che tutto va bene, anche quando gli affari vanno male". Se di questi tempi osservi che si potrebbe far meglio, c'è sempre qualcuno che ti dirà che la situazione è difficile e molte questioni erano imprevedibili.

Se insisti, pur riconoscendo le difficoltà, nell'indicare ciò che non può essere considerato imprevedibile, ti diranno che è facile criticare se non si hanno responsabilità e non si indicano quali soluzioni avresti da proporre. Se poi avanzi delle proposte , allora la musica cambia e si passa ad un altro argomento: pensi che l'opposizione farebbe meglio? Vorresti un altro governo? Ecco allora l'accusa: vuoi al governo il centro destra e siamo fortunati se non ti accusano di fomentare la sedizione.

Così si costruisce con la paura del virus e del centro destra il pensiero unico ovvero l'omodossia che poi è la rinuncia a pensare. A questi difensori dell'esistente, a prescindere, vorrei porre una domanda? Se ad un amico o a un parente si avanzano delle osservazioni critiche e si formulano proposte per evitare degli errori, anche in quel caso la critica è indirizzata a danneggiarlo o forse è solo un mezzo per aiutarlo?

Ciò premesso se lamento che in due mesi si sarebbe potuto organizzare un pool di imprese manifatturiere italiane capaci di rispondere alla prevedibile domanda di mascherine secondo requisiti indispensabili alla sicurezza, magari lavabili e riutilizzabili per evitare il problema dello smaltimento, esprimo una idea positiva o sono un occulto e bieco sostenitore dell'eversione?

Se, dopo tanti annunci, ancora le famose mascherine a prezzi prestabiliti sono difficili da trovare è sempre giusto tacere? Se in alcune regioni il fattore RO che indica la contagiosità del virus è giunto ad un indice considerato accettabile, perchè tardare l'apertura delle attività economiche prevista in tali casi danneggiando le imprese anche nelle regioni virtuose?

Insomma è ancora consentito l'uso della critica dettata dal desiderio di evitare danni maggiori a causa di misure che potrebbero essere adottate con le prudenze del caso? Non è legittimo protestare per quei commercianti multati a Milano che manifestavano con mascherine e seduti su sedie accuratamente poste a distanza di sicurezza?

A nessuno viene in mente che non si dovrebbe vietare un diritto costituzionale, ma semmai regolarlo secondo criteri di sicurezza? Opportunamente su un giornale on line Francesco Clementi Professore di Diritto pubblico comparato all'Univerità di Perugia spega che: «il tema delle libertà collettive è molto delicato, e rischia di essere sottovalutato, un rischio che la democrazia non può accettare. La priorità è permettere la vita di ieri alle condizioni di oggi, e quindi adottare un principio semplice ma fermo: va regolato il come ci incontriamo, non il chi né il perché. Se parliamo delle manifestazioni in pubblico, per esempio, le autorità si devono porre il problema di far rispettare le distanze tra le persone che vi partecipano; in questo senso, è ragionevole che chiedano agli organizzatori di dimostrare che tutte le precauzioni verranno prese".........

Leggete cari amici "il principio della rana bollita" descritta dal filosofo americano Noam Chomski e forse stimolerà qualche riflessione sul pensiero unico.

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