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Regione, la legge sulla famiglia promossa dal Comitato Difendiamo i Nostri Figli Umbria e Famiglie Numerose

Dall'associazionismo al partito politico "pro-family", ecco le reazioni dei cattolici dell'Umbria alle proposte di modifica della Legge regionale n°11/2015

C'è apprezzamento da parte del multiforme mondo cattolico regionale per le iniziative della Giunta Tesei sulle politiche sanitarie, sociali e familiari. Apprezzamento pieno da parte dell'associazionismo riunito sotto il fronte del Comitato Difendiamo i Nostri Figli Umbria e Famiglie Numerose, apprezzamento "con riserva" da parte degli esponenti del partito politico Popolo della Famiglia.

Quest'ultimo, infatti, sottolinea in una nota a firma di Marco Sciamanna sulla proposta presentata da alcuni Consiglieri regionali della Lega per la modifica della LR n°11/2015 (Testo unico sanità e servizi sociali): "Tutto ciò che ristabilisce un ordine biologico, psicologico e sociale, che si traduce in concretezza ed allevia le evidenti difficoltà che la famiglia sta subendo in questo periodo, non può che vederci favorevolmente concordi".

"Siamo però consapevoli - prosegue il Presidente del PdF umbro - che negli ultimi anni nel campo delle politiche a sostegno della maternità e della famiglia abbiamo osservato più annunci e manovre mediatiche che azioni mirate. Ecco perché guardiamo con prudenza quanto riportato nella relazione tecnico-finanziaria che accompagna il testo legislativo: in ben 12 dei 15 articoli si precisa che non ci saranno oneri a carico del bilancio regionale, mentre per i rimanenti tre articoli si rimanda alla 'programmazione triennale' che, auspichiamo, non attinga ai già debolissimi stanziamenti iscritti alla Missione 12 'Diritti sociali, politiche sociali e famiglia' (circa 47 mln di € suddivisi fra infanzia, disabili e servizi sociosanitari).

La proposta del reddito di maternità

La proposta "forte" del Popolo della Famiglia dell'Umbria è infine questa: che venga integrato l’articolo 5 della proposta, quello relativo agli “interventi di sostegno alla maternità”, con una ulteriore forma di protezione: un vero e proprio reddito di maternità che garantisca alle donne che si dedicano in via esclusiva alla cura dei figli un riconoscimento di utilità sociale strategica.

La visione dell'associazionismo familiare

Dal canto loro, Family Day Umbria e  Associazione Nazionale Famiglie Numerose esprimono invece pieno sostegno alla Presidente Tesei e alla Giunta Regionale "per la coraggiosa riforma strutturale che, fedelmente all’impegno preso in campagna elettorale, edifica l'Umbria sulla vita e la famiglia".

Ciò che preme denunciare invece agli esponenti di queste associazioni è piuttosto "l’attacco dell’opposizione contro la proposta di legge regionale a firma Fioroni (Lega). Lascia perplessi - si legge nella nota stampa - come, con toni diffamatori e falsi, la rete di associazioni RU2020 cerchi di imporre la visione pro LGBTQ, che si sente discriminata dal riferimento a 'mamma papà e bambini'. [...] Cosi l’opposizione, con metodi propri di un regime totalitario, alimenta ed esalta l’intolleranza sociale, generando odio contro un’amministrazione regolarmente e democraticamente eletta e, quindi, verso gran parte degli umbri, mettendo alla gogna pubblica la Maggioranza del consiglio regionale, per imporre la visione unica ed 'ovvia', secondo lei, della società e della famiglia: quella in cui due uomini spingono una carrozzina e dove l’uccisione di un figlio in grembo viene derubricata come trattamento sanitario".

La pietra dello scandalo

Le associazioni CDNF e Famiglie Numerose sostengono che "A scandalizzare l’opposizione è l’impostazione generale, volta a combattere l’inverno demografico e fare dell’Umbria una regione amica della famiglia, con l'istituzione di un'Agenzia regionale che monitori e coordini tutte le politiche familiari e con l'introduzione del 'fattore famiglia'  (già presente in Veneto, Lombardia e Piemonte) da accostare all'Isee per tenere conto degli effettivi carichi familiari. Sempre nella legge è previsto il potenziamento dei servizi di mediazione familiare per accompagnare e risolvere (nel miglior modo possibile) le controversie familiari. Tutto questo viene definito da RU2020 “un'impostazione anacronistica e retrograda”, “laboratorio di una destra fondamentalista ….completamente scollegata dalla realtà sociale del 21esimo secolo”.

Su queste affermazioni le Associazioni preferiscono non commentare, augurando buon lavoro alla Giunta regionale e incoraggiandola per il cammino di riforma intrapreso.

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