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Registro tumori umbro, Bori attacca: "Dalla Giunta Tesei promosse non mantenute"

Il capogruppo regionale del Pd in occasione della Giornata mondiale contro il cancro: "Gli impegni assunti vanno rispettati e servono nuovi programmi di prevenzione, screening, diagnosi precoce e sostegno alla ricerca"

"La Giunta rispetti gli impegni assunti rispetto alla riattivazione del Registro Tumori umbro". A chiederlo è Tommaso Bori, capogruppo regionale del Partito democratico, intervenuto in assemblea in occasione della Giornata mondiale contro il cancro: "Chiediamo alla Regione Umbria di fare di più, affinché si adottino nuovi programmi di prevenzione, di screening e diagnosi precoce, insieme ad uno sforzo maggiore per sostenere lo studio e l’applicazione di terapie innovative. la lotta contro il cancro merita di diventare una delle priorità sanitarie dell’Umbria attraverso investimenti adeguati e un maggiore coinvolgimento del mondo universitario e della ricerca”.

Bori elenca poi dei numero: “Il cancro può colpire chiunque - ricorda il consigliere - a tutte le età, ed è già oggi la prima causa di morte per le persone tra i 45 e i 64 anni. È stato stimato di recente che in Europa, entro il 2035, i casi potrebbero raddoppiare e le statistiche UE prevedono che il 40 percento della popolazione dovrà affrontare il cancro ad un certo punto della propria vita. Questi dati così allarmanti dovrebbero spingere la politica, a tutti i Iivelli, a misurarsi con questa sfida, e a dotarsi di tutti gli strumenti utili per combatterla al meglio". 

Ecco dunque l'appello all'esecutivo regionale, con l'invito a compiere maggiori sforzi: "In Umbria - spiega il capogruppo Dem -  la Giunta Tesei ha bloccato per mesi il Registro Tumori e non sta garantendo protocolli adeguati ai malati oncologici che rischiano più di altri di non sopravvivere alla malattia da Covid. Sappiamo inoltre che sia in Alto Tevere che nella zona dell’Alto Chiascio c’è, da tempo, un’incidenza media più alta rispetto al cancro gastrico: questa consapevolezza avrebbe dovuto portare gli organi preposti ad attivare uno screening periodico della popolazione, ma nulla è stato fatto. Servono dunque azioni concrete e un monitoraggio costante, ma soprattutto - conclude - maggiore attenzione e sensibilità da parte delle istituzioni”. 

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