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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Poteri, è scontro alla Gesenu: quell'asse Antonielli-Cgil

I numeri sono dalla loro parte, i lavoratori sono tra i più qualificati; ma lo scontro sollevato da Cisl e Uil e anche dal Pdl mettono in luce uno strapotere tutto perugino...

Quella polveriera chiamata Gesenu. Lo sciopero, dei giorni scorsi, era soltanto un sintomo della febbre politica e sindacale che corre lungo i corridoi del potere e delle assunzioni dell'azienda partecipata più potente di casa nostra. Gli attacchi portati avanti da Cisl e Uil che hanno fatto saltare il tavolo delle trattative sul contratto da rinnovare ha una motivazione poliica chiara: lo strapotere aziendale dei fratelli-coltelli della Cgil. Loro dominano. Loro hanno un filo diretto. Loro addirittura, secondo i rivali, hanno margini di manovra con il presidentissimo riconfermato Antonielli. Questi i veri motivi della rottura, altro che solo le condizioni di lavoratori che comunque possono vantare una professionalità tra le più alte in Italia.

La reazione della Cgil sembra proprio confermare questo dominio a tal punto di esaltare le trattive allo sciopero; la concretezza ai risulati impossibili. Strano. A livello nazionale la Cgil ha sempre rotto l'asse di potere Cisl_uil e Governo di centrodestra. "La Fp Cgil nazionale, territoriale e aziendale hanno incontrato l’Azienda a Roma- ha spiegato Igor Bartolini della Fp-Cgil -  presso FISE Assoambiente nel rispetto di quanto previsto dal vigente CCNL di settore credendo che i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori si tutelino, fino quando ci sono le condizioni, sui tavoli delle trattative, così come la qualità dei servizi offerti ai cittadini passano anche dalla organizzazione del lavoro, figlio del confronto trasparente tra le Parti".
 
Se la Cgil è uno dei due protagonisti nel caso Gesenu, l'altro è il presidentissimo Antonielli, ex consigliere comunale dei Ds,  nominato da Locchi all'inizio del suo secondo mandato. Sostenitore dell'espanzione aziendale oltre i confini regionali, uno dei pochi a portare risultati ma anche qualche dubbio: i crediti da riscuotere in Sicilia e le assunzioni e nomine dirigenziali. Le voci sono tante. Il Pdl, minoranza a Perugia, le ha fatte proprie e rilanciate: "La Gesenu - hanno scritto quelli del Pdl - e i suoi dipendenti sono patrimonio di tutti i perugini, ma non può e non deve essere condotta in modo autoritario alternando assunzioni facili e nello stesso tempo prospettando arbitrari (per non usare altre parole) tagli al personale".
 
E ancora sulle assunzioni: "Il concorso fatto per assumere 15 dipendenti ed i criteri usati per la selezione? Se non dopo assumere fuori concorso senza nessun criterio di selezione 4 persone con titolo Dirigenziale, tra cui pare figurino anche figli di sindacalisti dell’Azienda". Alla fine strumentalmente il centrodestra addirittura difende lo sciopero dei lavoratori della Gesenu, mentre ai tempi del Governo Berlusconi non elogiava le manifestazione della Cgil a difesa dei diritti e salari. Ma questa è un'altra storia. 
 
Ps: La Gesenu è anche in guerra tra coloro che non vogliono il termovalorizzatore - occhio ai Grillini in politica...parma insegna - e contro chi vuole bruciare nei cementifici dei poteri forti. Il business del bruciatore è troppo gustoso...e da potere.

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