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Rifiuti in Umbria, la commissione parlamentare sulle Eco Mafie apre un fascicolo

Nuove brutte notizie in arrivo per Gesenu. Lega Nord trascina la questione in parlamento e porta una copiosa documentazione in Commissione

Aperto un fascicolo di indagine sul traffico dei rifiuti in Umbria dalla Commissione parlamentare sulle Eco Mafie. La notizia arriva direttamente da Lega Nord che non intende rimanere inerme davanti alla vicenda che sta trascinando Gesenu verso il baratro. Già da mesi i senatori Stefano Candiani e Paolo Arrigoni si sono messi all'opera, portando in commissione una ricca e copiosa documentazione.

DIMISSIONI IRREVOCABILI AMMINISTRATORE DELEGATO

Secondo quanto riferito, sempre da Lega Nord, a mettere la pulce nell'orecchio sarebbe una gestione “poco chiara” della raccolta differenziata in Umbria. A preoccupare sono principalmente i dati: “La raccolta differenziata  – specifica il Carroccio - sarebbe passata dal 30 a oltre il 50 per cento”, ma ciò pare non possa tranquillizzare i cittadini, dato che “nella maggior parte dei casi, Perugia compresa, i Comuni demandano la compilazione delle schede da inviare ad Arpa Umbria alla stessa Gesenu che gestisce la raccolta”. Tradotto? Sarebbe la stessa azienda ad occuparsi del compilamento dei dati della differenziata e non il Comune. Tutto ciò, a detta di Lega Nord, non garantirebbe una trasparente gestione dei rifiuti.

SITUAZIONE GESENU: IN ARRIVO ALTRE DUE INTERDITTIVE

Ma ad accrescere i sospetti sono anche gli impianti di compostaggio/stabilizzazione biologica. “Una delle più grosse anomalie del sistema umbro – specifica il consigliere regionale Emanuele Fiorini - è che i tre principali impianti per il trattamento di rifiuti organici (Pietramelina, Casone, Le Crete) operano in forza di provvedimenti autorizzativi che riportano un quantitativo massimo trattabile complessivo per entrambe le tipologie di processo, senza distinzione tra linea relativa al trattamento dei soli rifiuti urbani organici differenziati e linea relativa alla sola biostabilizzazione. Ciò lascia ai gestori degli impianti, rispettivamente: Gesenu, Vus e Sao ampia “libertà di manovra” sulle tipologie di rifiuti da destinare al trattamento, e in particolare per quanto riguarda la scelta tra rifiuti differenziati e indifferenziati, come pure tra speciali (anche di provenienza extraregionale) ed urbani”.

Pare quindi non essere un caso, ad esempio, che l’efficienza dell’impianto di compostaggio di Pietramelina (dati ricavati dal “Rapporto Rifiuti Urbani 2014” di Arpa Umbria) sia appena dell’8 per cento. Ciò starebbe a significare, quindi, che solo l’8 per cento dei rifiuti organici che entrano, vengono convertiti in compost, il resto smaltito in discarica. Perché? Secondo il consigliere Fiorini la risposta risiederebbe nel fatto che la discarica di Pietramelina ha un impianto di trattamento di rifiuti indifferenziati come di quello di Ponte Rio, anziché un impianto di compostaggio”.

Ma la vicenda si complica ancora di più. Lo stesso Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, in un non lontano 15 settembre, chiese spiegazioni a Palazzo Donini in merito ai quantitativi destinabili al “compostaggio” e alla “stabilizzazione Biologica”. La Regione Umbria non fece altro che confermare la mancata distinzione, nei provvedimenti autorizzativi, tra i quantitativi massimi destinabili all’una o all’altra linea di trattamento.

A questo punto c'è da chiedersi quali siano le ripercussioni sui cittadini, ma soprattutto sul sistema di nettezza urbana. “La raccolta e lo smaltimento rifiuti – spiega sempre il consigliere regionale di Lega Nord - sono passati da Tassa a Tariffa, quindi i cittadini e le imprese ne sostengono l’intero costo. Con il passaggio alla raccolta “porta a porta” i costi sono schizzati in alto per la maggiore incidenza del personale. Si è chiesto ai cittadini uno sforzo sia organizzativo che economico sostenendo che con il raggiungimento di alte percentuali, oltre al vantaggio ambientale, si avrebbe avuto un vantaggio economico. Oggi i dati accertati dal Corpo Forestale dimostrano, in realtà, che non si sta lavorando in questa direzione”. Proprio per questo motivo Lega Nord sta lavorando per vedere sevi siano i margini per azioni collettive da parte dei cittadini, visto che Gesenu non ha “rispettato gli impegni contrattuali”.

La polemica politica – Feroce attacco anche nei confronti del centrosinistra, colpevole per il partito guidato da Matteo Salvini, di avere “fatto e disfatto, permettendo che nascessero realtà adesso rimaste coinvolte nelle scandalose vicende di questi giorni”. Gesenu ne è solo un esempio. 

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