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Fondo per la non autosufficienza, la Regione apre il portafoglio: soldi in arrivo

Oltre il 40 per cento delle risorse nazionali del Fondo, pari a 2 milioni 325 mila euro, viene destinato dal Piano esclusivamente ad interventi di assistenza domiciliare, diretta e indiretta, in favore delle gravissime disabilità, fra cui la Sla

Su proposta della presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini,  ed in accordo con l’assessore al Welfare Carla Casciari, la Giunta regionale dell’Umbria ha approvato la proposta di  nuovo Piano regionale per la non autosufficienza (Prina)  ed ha provveduto all’assegnazione delle risorse del relativo Fondo per un totale di  9 milioni 854 mila 700 euro. Rispetto alla precedente annualità,  il Fondo per la non autosufficienza è incrementato di 2 milioni di euro quale quota sociale da trasferire ai Comuni capofila delle Zone sociali, mentre la quota del Fondo da trasferire alle Aziende sanitarie ammonta a 7 milioni 854 mila 700 euro.

La nuova programmazione regionale per la non autosufficienza prevede un forte sostegno alla domiciliarità al fine di supportare maggiormente le famiglie nel lavoro di cura verso i loro componenti più deboli evitando, laddove possibile, i ricoveri in strutture residenziali. Si prevede inoltre in ogni Distretto l’apertura di Centri diurni per minori con disabilità, per minori affetti da autismo e per anziani affetti da Alzheimer. Si potrà prevede inoltre il supporto di “assegni di sollievo” e “ricoveri di sollievo” per tutte le forme di non autosufficienza, in base a quanto stabilisce il Piano assistenziale personalizzato redatto dalle Unità di valutazione multidisciplinare dei distretti socio sanitari.

Oltre  il 40 per cento delle risorse nazionali del Fondo, pari a 2 milioni 325 mila euro, viene destinato dal Piano esclusivamente ad  interventi di assistenza domiciliare, diretta e indiretta, in favore delle gravissime disabilità, fra cui la Sla.  

Infine, parte dei due milioni di euro assegnati ai Comuni capofila delle Zone sociali andrà  alla sperimentazione di due progetti: uno denominato “vita indipendente” che, rivolto a disabili adulti, è finalizzato al raggiungimento di un sufficiente livello di autonomia e di inclusione sociale; l’altro,  denominato “supporto alla permanenza nel proprio domicilio”, è invece  rivolto alle persone anziane non autosufficienti. Il provvedimento passerà ora  in Consiglio regionale per la definitiva approvazione. 

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