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Province, i socialisti: "Se perdiamo Terni, domani addio Umbria"

Nella prima giornata di festa del Psi nazionale tiene banco il tema delle Province, del nuovo centrosinistra (addio alle ali estreme e all'Idv) e al lavoro

La prima giornata della Festa nazionale del Psi - in corso a Pila in Perugia - è stata soprattutto caratterizzata dalle riforme istituzionali del Governo Monti (provincia in testa ma anche legge elettorale) e dagli effetti che avranno sull'Umbria. I socialisti umbri - Rometti, Bertini, Buconi e Arcudi - sul palco hanno ribadito che il partito si batte contro gli sprechi, ma vuole mantenere le due province (quella di Terni è soppressa sulla carta) per un Umbria in grado ancora di offrire servizi alle aziende, ai cittadini e ai comuni stessi.

"Una Umbria con una sola provincia che coincide con il territorio vuol dire mettere in discussione l'Umbria stessa in un futuro dove la spanging review possa incidere ancora una volta sui territori più piccoli ma non meno importanti": hanno ribadito all'unisono i socialisti ricordando bene i boatos nazionali di un accorpamento delle Regioni in un Paese dove esistono istituzioni da 300mila abitanti e altre fino a 10milioni di abitanti. Sul versante nazionale si vuole una legge elettorale che premi le coalizioni, con le preferenze e un ritorno alla politica che risolve i problemi delle persone senza più delegare ai tecnici.

Il segretario regionale del Psi Aldo Potenza ha chiesto invece di creare un centrosinistra di forze politiche comuni, con programmi e obiettivi comuni. "Per evitare un nuovo fallimento come quello accaduto nel 2008 dal Governo Prodi a causa di una coalizione arlecchino" Domani sarà la volta del leader Udc (17,30) Casini. Per mettere il primo tassello del centrosinistra "riformista" e lontano, come dicono quelli del Psi, dai populismi. Resta forte anche il tema del lavoro e della laicità: "Bagnasco invita agli italiani a pagare le tasse; noi invitiamo la Chiesa a pagarle anche loro senza scudi o agevolazioni".

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