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Ex Fcu, treni di nuovo a 50 Km/h: "E adesso chi paga tutti questi disastri?"

Riceviamo e pubblichiamo la nota della presidente del Movimento per Perugia, Carla Spagnoli, contro i treni lumaca della Ex Fcu

Riceviamo e pubblichiamo la nota della presidente del Movimento per Perugia, Carla Spagnoli, contro i treni lumaca della Ex Fcu

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Ancora una volta la velocità dei treni FCU è stata ridotta a 50 km orari, con ennesimi disagi, ritardi assurdi e tempi di percorrenza infiniti! Tale provvedimento è solo l’ultimo atto di una serie di disservizi che stanno facendo “scappare” gli utenti dalla Ferrovia Centrale Umbra. Nell’aprile 2016 fu riaperta la galleria di San Gemini dopo quasi due anni di chiusura; dal 2015 è chiuso il tratto Umbertide-Città di Castello per ragioni di sicurezza e lo scorso febbraio è stata chiusa la linea Sant’Anna-Ponte San Giovanni per dare il via al famoso raddoppio selettivo e all’elettrificazione del tratto… Peccato che di questi lavori ancora oggi non c’è l’ombra, e non si sa nemmeno quando inizieranno, a partire dallo sminamento che doveva iniziare subito! La prossima chiusura per “manutenzione” (quale…?) è già annunciata: la tratta Ponte Felcino-Ponte San Giovanni.

E poi parlano di rilancio della FCU? Smettetela di prendere in giro i cittadini!!! L’assessore Chianella, in un question time, aveva ammesso che «l’infrastruttura ex FCU ha un deficit manutentivo da molti anni»: buongiorno, assessore Chianella! Sono almeno due anni che denunciamo la “non manutenzione” della FCU e i rischi che ciò comporta, ma lei e la sua maggioranza dove siete stati e cosa avete fatto? Che cosa ha fatto per cinque anni l’ex assessore Silvano Rometti, oggi consigliere regionale, nonché suo compagno di partito e predecessore? In questi anni sono stati stanziati per la manutenzione e il “rilancio” della FCU svariati milioni di euro, eppure la ferrovia oggi sembra destinata alla chiusura… 

Gli interventi urgenti da fare sono: la messa della breccia sui binari, il riallineamento dei binari per evitare i deragliamenti dei vagoni, oltre che la risistemazione delle massicciate e delle gallerie. Basteranno i 63 milioni di euro in arrivo dal governo per l’intera FCU, da Terni a San Sepolcro…? La verità è che la “morte” della FCU è iniziata nel 2010, con la nascita e l’arrivo di Umbria Mobilità: da lì in poi i problemi della ferrovia sono passati in secondo piano, non ci sono più stati interventi seri e i risultati, oggi, sono sotto gli occhi di tutti, specie dei pendolari e dell’ottimo personale di bordo! Forse un’ipotetica rinascita della FCU potrà avverarsi con il passaggio a Rete Ferroviaria Italiana, ma quanto tempo passerà tra ritardi e burocrazia? Pagherà qualcuno, a livello politico e “manageriale”, per questi “disastri”…?

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