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Elezioni comunali 2014

Elezioni, sarà ballottaggio tra Boccali e Romizi: il futuro nelle mani dei perugini

E' stato uno spoglio difficile ma che ha confermato il grande calo di popolarità di Boccali che ha pagato anche una coalizione spompata. Romizi ha imposto il suo stile e grazie alla lista Numerini ha recuperato il voto dei cattolici. L'analisi del voto

Sette ballottaggi in Umbria tra due settimane potrebbero cambiare il volto politico della Regione dell'Umbria. Per la prima volta il capoluogo non ha un sindaco eletto in maniera plebiscitaria al primo turno. Wladimiro Boccali ha confermato quel dato sulla popolarità che da due anni a questa parte società di sondaggi come Datamedia inviano alle redazione: dal 52% di 5 anni fa era dato al 47%.

E infatti ha preso il 46,5 per cento dei suffragi grazie anche alla tenacia del Pd e forse anche all'effetto Renzi per le Europee. Poteva andare peggio per il sindaco che in molti davano poco sopra al 40 per cento. Sia chiaro: partire dal 46,5 per cento e avere una macchina come il centrosinistra a disposizione aiuta a dormire sonni relativamente tranquilli. Inoltre la terza lista, il Movimento 5 Stelle, di Cristina Rosetti non darà mai nessuna indicazione di voto per nessuno dei due candidati e i grillini si sa sono per estrazione culturale un po' di sinistra, un po' di destra. Ma pochi saranno quelli che andranno al ballottaggio. 

RIEPILOGO VOTO A PERUGIA

E poi c'è il candidato che non ti aspetti vada al ballottaggio: quell'avvocato giovanissimo, pacato, moderato fino al midollo ma che sa parlare alla gente anche quando il centrodestra, parliamoci chiaro, è praticamente allo sbando con o senza Berlusconi alla guida. Ha speso pochissimo in campagna elettorale ma ha girato a piedi molto e nei confronti si è imposto con il suo stile Romizi: buon italiano, mai gridare e ripetere quei 5 punti del suo programma che in caso di vittoria si possono realmente fare. Ora i perugini dovranno decidere se è poca cosa o tanta roba....in ballo c'è il futuro per 5 anni di questa città.

Gli altri: della Galgano diciamo che se ne tornerà a Roma a fare l'onorevole per Scelta Civica che non esiste più nel Paese e anche a Perugia - 1,70 per cento dei voti -. Dramane Waguè ha ottenuto il 2,50 per cento e se avesse avuta un'altra lista radicata sul territorio avrebbe persino superato Barelli, l'uomo di Italia Nostra, che riempie i comitati e le fiaccolate di cittadini ma nelle urne pochi i voti. Vale la pena per Boccali e Romizi chiedere l'apparentamento  loro per il ballottaggio? 

Sul fronte delle liste: il Movimento 5 Stelle e il Pd rispettivamente con il 17 e il 35 per cento hanno retto e sono i punti di riferimento di chi vuole fare politica attiva e partecipata. Sinistra Ecologia e Libertà è servita solo per far rieleggere per la terza volta Monia Ferranti - ex pdci - con il 2 per cento dei voti. Rifondazione vale poco più del 2.5 per cento. L'Idv neanche con l'alleanza con i civici ha superato l'1 per cento. Boccali deve accendere un cero  a Nilo Arcudi che da solo vale 1300 voti portando i socialisti al 5 per cento. E una messa pagata per Perugia Bene Comune dei cattolici alla Cozzari, Sbrenna e Ronconi che passando da destra a sinistra hanno portato in dote un 3 per cento di voti. Che in vista del ballottaggio con il centrodestra valgono oro. 

Nel centrodestra Forza Italia è scivolata all'11 per cento e poteva andare peggio se pezzi pregiati dell'ex Alleanza Nazionale come Castori e Varasano - 1300 preferenze in due - avessero mollato il partito per tornarsene nella nicchia di destra. L'unico volto emergente è quella della Lucidi, vicina a Modena e Romizi. Il resto è da rifondare. Il Nuovo Centrodestra al 4.3 per cento e Fratelli d'Italia al 4,2 hanno confermato il trend nazionale per l'europee. Ma hanno due under 40 di valore: Scarponi e Prisco, politici da oltre 700 preferenze a testa. Una annotazione particolare va a quell'Otello Numerini che assomiglia sempre di più al sindaco Ricci per qualità e "fisicità": è merito lui se Romizi è andato al ballottaggio e non il Movimento 5 Stelle. La sua lista di cattolici ha ottenuto il 5 per cento bastonando elettoralmente i cattolici - vedi Cozzari e Sbrenna - che se ne erano andati con Boccali.

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