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Elezioni regionali anticipate, si riapre il ballo dentro al Pd: "Troppo a sinistra, dobbiamo guardare al centro"

Guasticchi e Porzi riaprono le danze in vista delle elezioni regionali anticipate

Autunno - ottobre, forse novembre - e le urne per le elezioni regionali si riapriranno. E con loro la campagna elettorale per l'Umbria. Il Pd? Per loro due è troppo a sinistra. La sintesi  - brutale e semplicistica  - del pensiero di Guasticchi e Porzi è questa: andiamo verso il centro. Il presidente e vicepresidente del fu consiglio regionale dell'Umbria cominciano già a correre per le elezioni regionali anticipate in Umbria. E lo fanno dentro al Partito Democratico, commentando i risultati delle amministrative e delle europee: "Sono orgoglioso di aver partecipato alla vita politica di questo partito nella nostra regione, ma altresì credo che siamo arrivati ad una svolta: aprirsi al centro moderato o morire d’asfissia politica consegnando la nostra regione alla Lega”, dice Guasticchi. "Occorre ripartire dal basso con la consapevolezza di interpretare le sensibilità di molte persone ed avere la forza di rifarsi interlocutori di un nuovo fronte popolare, democratico e moderato", dice la Porzi. 

Traduzione: barra al centro e via andare, se si vuole tornare a Palazzo Cesaroni e a Palazzo Donini. La ricetta di Porzi e Guasticchi è questa. Il commissario Verini e il segretario nazionale Zingaretti cosa diranno? D'accordo con il duo Guasticchi-Porzi o freccia a sinistra? Al Pd e alle sue correnti (o anime, se si preferisce), la risposta alla questione 'dove andiamo'?

Torniamo al vicepresidente e al presidente dell'ormai sciolto consiglio regionale (martedì 28 maggio, dopo la formalizzazione delle dimissioni della Marini). Per Guasticchi: "Le ultime elezioni europee e amministrative nella nostra regione hanno consegnato un quadro politico a dir poco preoccupante. Il cosiddetto centrosinistra a trazione Pd, dove ovviamente è stato possibile, non è riuscito a tamponare l’emorragia di voti, ma soprattutto non è riuscito a intercettare quelli in fuga dai Cinquestelle. Abbiamo contenuto la perdita di consensi, ma si è evidenziata un’altra patologia del Partito democratico ovvero la fuga dei moderati verso l’astensionismo e verso la lega come forma di protesta”. E ancora: “Tutto quel mondo moderato che da sempre ha rappresentato una delle colonne portanti del Pd – ha precisato Guasticchi – oggi deve ritrovare le giuste motivazioni per ritornare protagonista di un progetto di cui sin dall’origine della fondazione del partito ne era parte integrante. Io che provengo da quell’esperienza politica e ho partecipato con convinzione alla fondazione del Pd nel lontano 2007 oggi sono convinto più che mai della necessità di riequilibrare ideologicamente il Pd aprendo le porte e non radicalizzandosi solamente a sinistra dove oramai non ci sono più margini significativi di recupero". Chiaro, no? Centro o morte per il Pd, dice Guasticchi. 

Stessa cosa per la Porzi: "Dobbiamo comprendere le ragioni delle difficoltà che il centrosinistra e, in modo particolare, il nostro Partito Democratico, trova nel coinvolgere e rappresentare le sensibilità moderate, democratiche, liberali e cattoliche dell’Umbria e non solo. Sensibilità che in molti territori regionali sono emerse nel voto delle europee e delle comunali, ma che non hanno trovato eguale rappresentatività o riconoscenza nell’azione politica e amministrativa. A questo mondo va rivolta un’attenzione inclusiva e condivisa. Sostanzialmente diversa dalle intenzioni e dai percorsi che in questi ultimi mesi hanno condotto il Pd, nazionale e regionale, verso la ricostruzione di un partito “spostato a sinistra”, dove il senso dell’equilibrio e della sobrietà è stato talvolta superato dalla tentazione di correre dietro alla politica delle piazze e delle dichiarazioni precipitose".

E anche: "Il Partito Democratico dell’Umbria dovrebbe affrontare questi argomenti aprendo una frase di confronto serio sul ruolo dei moderati nel panorama politico del centrosinistra, perché non si può immaginare che il futuro del Partito sia esclusivamente segnato da un percorso teso a recuperare stagioni ormai distanti. C’è la necessità di mettere in gioco tutto, rendersi conto di quello che non ha funzionato e di quello che poteva funzionare meglio. Occorre ripartire dal basso con la consapevolezza di interpretare le sensibilità di molte persone ed avere la forza di rifarsi interlocutori di un nuovo fronte popolare, democratico e moderato. Se il Pd Nazionale, ma più segnatamente quello umbro, non riusciranno a ripercorrere queste strade, resta difficile per il centrosinistra riaffermare o intraprendere esperienze di governo di cui l’Umbria si è fatta portatrice di esperienza in Italia e all’estero". 

E come dice il Max Rockatansky di Tom Hardy: "Prendiamo la blindocisterna e carichiamo dritti verso al centro".

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