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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

EDITORIALE Caso scuole chiuse, caro lettore i tuoi insulti sono male indirizzati. Ecco perchè siamo sulla stessa barca

Voglio che tu sappia che alle ore 14 quando abbiamo dato la notizia delle scuole, asili e università chiuse non lo abbiamo fatto per sentito dire, per provarci o per essere i primi...

"I soliti giornalai" "I soliti fautori delle bufale" "I soliti che campano di clic... sulla pelle degli altri". Caro lettore, caro concittadino, carissimi giovani chi vi scrive dirige un giornale con tutte le responsabilità civili, penali ed economiche verso la sua comunità e verso i suoi colleghi e collaboratori. Stavolta non ci sto a passare per allevatore di "bufale". In questa situazione difficile dove tutti abbiamo da perdere, soprattutto noi dei media online, dove tutti possiamo ammalarci o perdere il posto di lavoro. No, ai tempi di questo maledetto e sconosciuto Coronavirus ti dico caro lettore, che sei linfa e mio unico padrone-proprietario, stavolta non hai ragione.

Voglio che tu sappia che alle ore 14 quando abbiamo dato la notizia delle scuole, asili e università chiuse non lo abbiamo fatto per sentito dire, per provarci o per essere i primi. Tutti i giornali, tutti i tg e le radio hanno dato questa notizia perchè questo è stato detto dai portavoce del tuo e nostro governo. Questo è stato detto e mai smentito da fonti ufficiali. Solo il Ministro della pubblica istruzione ha frenato, ha fatto capire che quella firma ancora non c'era nonostante fosse terminato il consiglio di crisi. Agenzie storiche e serie hanno raccolto tutto e rilanciato. Noi abbiamo pubblicato. Eh giù una valanga di insulti, di odio. Come spesso accade. Ma stavolta non si può tacere. No. Stavolta si è sbagliato bersaglio. Hanno sbagliato i politici, i governanti, sulla comunicazione. E al di là del tuo credo politico e delle nostre convinzioni, è un grande caos quotidiano questa Italia ai tempi dell'emergenza. Ci sono sindaci e presidenti di Regione in prima linea, coraggiosi, che si ammalano anche.

Loro sanno bene cosa fare per il territorio ma è Roma che decide su tutto. Roma deve essere lucida, saper comunicare e noi verificare e darvi informazioni. Ma ti sarai accorto, caro lettore, che si naviga a vista. Non sappiamo neanche se questo virus è così letale o semplicemente è soltanto poco più invasivo di una influenza. Sappiamo solo che ci dicono di stare calmi e poi ci mandano nel panico cambiando abitudine, uccidendo il nostro privato e la nostra economica. Scuole chiuse, anzi no. Poi sì. Provvedimenti sanitari senza prima aver acquistato le forniture. Dati sui morti, ammalati e guariti che spesso non combaciano con le statistiche ufficiali.

Non bisogna fare allarmismo ma gli anziani sopra i 75 anni non dovono uscire da casa. Non bisogna fare allarmismi ma si devono evitate i luoghi pubblici un po' affollati. Non fare allarmismi ma nessuno viene più come turista. Non fare allarmismi ma è uno tsunami economico. Comunicazione istituzionale che varia come varia questo virus. 

Caro lettore, infine voglio smontare la più grossa bufala di sempre: noi media online, quelli registrati in tribunale, non guadagnamo in automatico con il tuo clic. Non avendo alle spalle soldi pubblici, i tuoi soldi delle tasse, ci pagano gli sponsor con banner pubblicitari. Se la nostra economia va male, se nessuno produce, se non ci sono eventi... allora noi non abbiamo entrate e andiamo tutti a casa. Allarmare, fare bufale, caro lettore, ci penalizza e basta. Proviamo spesso a raccontare quello che scopriamo, quello che accade. Lo facciamo male? A volte sì. Stavolta no. Caro lettore, caro cittadino siamo sulla stessa barca. Se affondiamo, affondiamo insieme. 

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