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Venerdì, 19 Aprile 2024
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EDITORIALE | Lorenzetti assolta dopo nove anni di indagini, processi, manette e fine di una carriera. Questa non è giustizia ma un calvario...

Ma vi rendete conto quanti sono nove anni? Quanti soldi spesi, quante opportunità sociali ed economiche perse, quanta vita passata a difendersi e magari anche nascondendosi per evitare un tritacarne infinito. Può accadere a tutti noi... serve una riforma forte, coraggiosa e garantista

Maria Rita Lorenzetti, la Zarina dell'Umbria e una delle donne più potenti ai tempi del Pds e Ds, è stata assolta da tutto con formula piena nell'indagine relativa all'appalto del passante ferroviario di Firenze quando era a capo dell'Italfer, dopo la lunga esperienza di Governatrice. Assolta con tanto di Pm, coloro che indagano e portano avanti poi le accuse, che hanno chiesto, almeno per la pesante accusa di corruzione - la peggiore per un politico - il proscioglimento diretto al Gup che, ella prima udienza preliminare, ha optato invece per una sentenza diretta: il fatto non sussiste. Come era accaduto per i reati ambientali a lei caricati, come era accaduto sempre tramite Tribunale di Roma per il reato associativo, insomma quello che ipotizzava un gruppo unito per compiere azioni criminali. 

La Lorenzetti può andare a testa alta. Giustizia è fatta, verrebbe da dire.  Invece no, questa assoluzione - queste assoluzioni - arriva nove anni dopo che un amministratore - non importa se di sinistra, destra o centro - fino a quel momento all'apice, con elezioni vinte toccando quasi il 60% dei voti, si è trovata coinvolta in un blitz con tanto di manette e arresti, domiciliari, ma sempre arresti. Con lei altri personaggi importanti. Si è trovata come ovvio, anche da questo giornale che ho l'onore di dirigere, in prima pagina per settimane con tanto di intercettazioni, con tanto di accuse ben definite e sparuti articoli dove le difese ribadivano il mantra: Maria Rita Lorenzetti respinge tutte le accuse e si dedicherà alla sua difesa per dimostrarlo. 

APPALTI FERROVIA | Maria Rita Lorenzetti assolta da tutte le accuse quando era capo di Italfer. Cade anche l'ipotesi di corruzione

Giusto indagare, giusto proteggere gli appalti, giusto essere zelanti - anche in eccesso - quando si sente odore di corruzione. Ma ora, dopo tre assoluzioni piene, i cittadini - lasciando da parte il proprio pensiero politico - non possono, non devono sentirsi confortati da questo sistema o peggio ancora fare finta di niente perchè tanto non riguarda loro. Ci riguarda tutti e tutti possiamo finire sul giornale, sui social, in manette nonostante una inchiesta ancora in corso, nonostante non ci sia ancora stato non dico tre verdetti, ma almeno un verdetto di colpevolezza. Non sono tanto gli articoli a lasciare il segno e neanche  gli avvisi di garanzia (legittimi visto che ti avvisano di un procedimento che ti riguarda) ma è la facilità di finire in carcere o ai domiciliari (sempre libertà tolta a tempo) quando ancora non si è formalmente e definitivamente colpevoli. E ancora: per dimostrare l'innocenza ci sono voluti nove anni. Ma vi rendete conto quanti sono nove anni? Quanti soldi spesi, quante opportunità sociali ed economiche perse, quanta vita passata a difendersi e magari anche nascondendosi per evitare un tritacarne infinito. La Lorenzetti era una privileggiata, rispetto a migliaia che rimangono nel silenzio e dove l'innocente finisce in miseria, senza famiglia, senza lavoro. E poi magari ti assolvono dicci anni dopo.

C'è dunque un problema vero, reale, drammatico: serve una riforma vera della Giustizia che accorci i tempi per indagini e processi e che la custodia cautelare sia disposta quando c'è un reale pericolo. Il Pd e il centrosinistra hanno sempre avuto un atteggiamento non netto o chiaro sul problema giustizia e sulla responsabilità penale e civile dei magistrati. Ora speriamo che, per il Paese e per dare strumenti più efficaci anche ai magistrati che certamente non sono felici per processo infiniti, dopo quello accaduto dalla Lorenzetti anche in certi ambienti politici si decida di cambiare marcia e di sfruttare questa legislatura parlamentare per un giustizia più rapida ad accertare colpevoli e innocenti. Nove anni di attesa sono già una condanna.

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