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Coronavirus, il Dpcm chiude cinema e teatri: le città d'arte si schierano contro Conte

L'assessore alla Cultura Varasano ha firmato la lettera dell'Associazione Città d'Arte e Cultura contro la sospensione degli spettacoli in teatri, cinema e sale da concerto

Una firma contro Conte e il Dpcm per fronteggiare il coronavirus che 'chiude' teatri, cinema e sale da concerto. L’assessore alla Cultura del Comune di Perugia Leonardo Varasano è tra i firmatari della lettera con cui l’Associazione delle Città d’Arte e Cultura, a nome delle Città associate, sollecita il Governo e il Parlamento "a rivedere la misura assunta nel recente Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dispone la sospensione degli spettacoli in teatri, cinema e sale da concerto". A firmare la lettera il Presidente Nazionale Cidac e Assessore alla Cultura di Modena Andrea Bortolamasi, insieme agli assessori alla Cultura delle Città di Vercelli, Mantova, Modena, Parma, Padova, Perugia, Lucca, Assisi, L’Aquila, Napoli, Salerno, Benevento, Caserta, Barletta, Bari, Lecce, Brindisi, Matera, Cosenza, Siracusa.

"In questi mesi le Amministrazioni Locali, i teatri, gli operatori delle sale cinematografiche, adottando tutte le misure emanate dal Governo, hanno fatto importanti investimenti per assicurare, allo stesso tempo, la sicurezza del pubblico e quella degli attori e delle maestranze tutte. Insieme ai musei, agli spazi espositivi e ai luoghi della cultura è stato possibile riprendere gradualmente le attività culturali consentendo ai cittadini di tornare a godere dell’offerta culturale, riconoscendone una importante funzione per riconquistare un benessere materiale e immateriale fortemente compromesso nei mesi più duri della pandemia. La sospensione degli spettacoli appare quindi ingiustificata se si considera il complesso lavoro svolto. Non si può non sottolineare che il settore dello spettacolo vede impegnate centinaia di migliaia di professionisti, di maestranze, genera fatturati importanti e contribuisce all’economia delle nostre comunità", si legge nella lettera inviata a Conte.

E ancora: "In qualità di Assessori alla Cultura e Sindaci non sottovalutiamo l’andamento dei contagi da COVID 19 e siamo consapevoli che siano necessarie misure di contenimento per impedire una ripresa della pandemia. Tuttavia riteniamo necessario sottolineare che la misura appena assunta nei confronti dello spettacolo produrrà effetti economici disastrosi per un settore già duramente provato e priverà i nostri concittadini di quelle attività culturali che sono fondamentali per mantenere i legami sociali e di comunità e per curare il proprio benessere in un contesto sempre più segnato da fenomeni di ansia e paure. Per tutte queste ragioni, unendoci a quanti in queste ore si stanno mobilitando per una giusta causa, rivolgiamo un appello al Governo e al Parlamento perché tenga conto che l’incidenza dei luoghi della cultura sul contagio è stato pressoché nullo e che consenta la riapertura dei cinema e dei teatri, continuando, allo stesso tempo, a mantenere aperti i musei e i luoghi della cultura. Allo stesso tempo l’Associazione chiede misure di ristoro per gli operatori teatrali e per gli esercenti cinematografici, di utilizzare questo periodo per adottare misure strutturali e non solo emergenziali a favore di tutto il settore culturale e di sostenere le attività delle Amministrazioni locali per potenziare, in regime di sicurezza, i luoghi della cultura. La coesione sociale è un bene comune da preservare e per queste ragioni servono misure che favoriscano reti sociali e consolidino le nostre comunità per evitare la diffusione di sentimenti di rabbia e di paura".

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