
Covid, nuovo Dpcm: Conte parla alla Camera e al Senato
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lunedì 2 novembre sarà in Parlamento per delle Comunicazioni sulla situazione epidemiologica e sulle eventuali ulteriori misure per fronteggiare l'emergenza da Covid-19
Nuovo Dpcm in arrivo per fronteggiare l'emergenza coronavirus in Italia e la seconda ondata. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lunedì 2 novembre sarà in Parlamento per delle "Comunicazioni sulla situazione epidemiologica e sulle eventuali ulteriori misure per fronteggiare l'emergenza da Covid-19".
VIDEO Covid, nuovo Dpcm: Conte parla alla Camera
Il Presidente Conte, spiega una nota di Palazzo Chigi, "sarà alle ore 12.00 alla Camera e alle 17.00 al Senato".
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Regioni a rischio lockdown
"Nel periodo 08 – 21 ottobre, l’Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,70 (95%CI: 1,49 – 1,85). Si riscontrano valori di Rt superiori a 1,25 nella maggior parte delle Regioni, con valori superiori a 1,5 in diverse Regioni". Secondo il report del Ministero della Salute per la settimana dal 19 al 25 ottobre "11 Regioni sono da considerare a rischio elevato di una trasmissione non controllata di SARS-CoV-2 e 8 sono classificate a rischio moderato con probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese".
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L'incontro con le Regioni e la polemica
"Si è tenuto un incontro in video conferenza, convocato dal Governo, fra il Ministro Boccia, il Ministro Speranza, i rappresentanti delle associazioni degli enti locali e i Presidenti delle Regioni", spiega una nota pubblicata sul sito della Conferenza della Regioni e delle Province autonome. "L’incontro, di carattere riservato, aveva lo scopo di condividere dati e portare avanti un ragionamento comune fra i diversi livelli istituzionali della Repubblica in vista di provvedimenti ulteriori per fronteggiare e contrastare il diffondersi della pandemia. Ampi passaggi della interlocuzione dei Presidenti delle Regioni sono stati però decontestualizzati, estrapolati, in qualche caso anche travisati, e pubblicati da alcune agenzie di stampa, creando le condizioni per un disorientamento dell’opinione pubblica e non certo quelle per una informazione aderente ai fatti".