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Dossier Covid | Rischio terza ondata: ospedale da campo regionale e lo studio problematico di altre strutture

Si sta lavorando anche per maggiori assunzioni e riconvertire nuove strutture umbre da adeguare ma risorse e tempi sono oggettivamente ostacoli difficili da affrontare

A metà dicembre l'Umbria avrà anche lo speciale ospedale da campo regionale - finanziato da Governo e Banca d'Italia -, unica regione ad averlo a disposizione per tutte le emergenze e montabile in 48 ore: "I 38 posti letto covid dell’ospedale da campo non ce li ha nessuno. Dovrebbe arrivare a metà dicembre e non lo utilizzeremo per portare gente ‘in campeggio’, come qualcuno ha detto. Ci facciamo affidamento per il Piano di salvaguardia".

Ma la paura di un peggioramento post-feste e una terza ondata in primavera non fa dormire sonni tranquilli la task-force sanitaria umbra anche se i dati sono confortanti e gli ospedali sono stati potenziati. Si sta lavorando anche per maggiori assunzioni e riconvertire nuove strutture umbre da adeguare ma risorse e tempi sono oggettivamente ostacoli difficili da affrontare.

"Non sappiamo ancora se tutto questo basterà per la fase 3, stiamo valutando altre soluzioni aggiuntive rispetto alla rete ospedaliera. Da aprile stiamo facendo verifiche sull’Ex Milizia di Terni, su via del Giochetto a Perugia e su altre strutture. Il problema è il costo degli investimenti, la durata degli interventi, la carenza di personale come in tutte le altre regioni italiane e l’utilità futura di tutto quanto. È molto difficile fare interventi strutturali in piena pandemia".Fondamentale in Umbria è stata la collaborazione con la protezione civile sui territori: il gruppo di volontari sarà ulteriormente potenziato quasi 1 milione di euro aggiuntivi in tre anni.

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