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Dopo le amministrative, la sconfitta del centro-destra. Ronconi: "I moderati sono in fuga: molti sfiduciati hanno deciso di non votare"

Solo due anni fa il centro destra a trazione leghista trionfava in Umbria. Dirigenti che pensano più alla conferma che ai reali problemi dei cittadini

Con questa analisi inizia la collaborazione con Perugiatoday.it e Ternitoday.it di Maurizio Ronconi, da sempre anima di un centro liberale-cattolico, pià volte deputato e ultimamente tornato, come medico in pensione, nella task-force per la vaccinazione. Buona Lettura.

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di Maurizio Ronconi - Medico, già deputato dell'Udc editorialista
ronconi-1-3-2Ci sarà modo e tempo per valutare i risultati elettorali nelle grandi città ma quello che è avvenuto in Umbria in larga parte ripercorre quanto avvenuto a livello nazionale con qualche necessaria puntualizzazione in più. Solo due anni fa il centro destra a trazione leghista trionfava in Umbria che da regione rossa, anzi fortino rosso da sempre,  con uno storico ribaltone diveniva tutta, o quasi tutta, leghista.

Sono passati 24 mesi e quello che è avvenuto non è più. E non è che il merito del controribaltone sia della attuale opposizione di sinistra perché in questi due anni è stata per di più affaccendata a riannodare i fili di una presenza politica, di una proposta che ancora, invero in larga parte manca. Il merito, per così dire, del tracollo è da assegnare tutto al centro destra,  alle sue incertezze, alla conflittualità esasperata, ad una incapacità di uscire dalla politica politicante fine a se stessa invece di affrontare, capire e risolvere le pur numerose criticità della Umbria e dei suoi comuni.

In altre parole un centro destra che ai più è apparso ancora ebbro della grande vittoria di due anni fa ma per questo anche incapace di una seria e rigorosa proposta di governo. A livello regionale ed anche comunale. Quello di oggi in Umbria non è più il centro destra di 20 anni fa. Quello era uno schieramento prevalentemente liberale, post democristiano ed anche berlusconiano. Oggi è (era) leghista, sovranista, populista più che popolare. E questo ha dato i suoi frutti, è la madre dei rovesci di oggi. Non attira più i moderati che si sono rivolti ad un più rassicurante centro sinistra o, peggio, si sono astenuti.

Una Giunta regionale chiusa in se stessa e litigiosa spesso anche al di là del politicamente consentito, ha offerto un esempio negativo anche alle amministrazioni di centro destra dei comuni. Una conflittualità interna al centro destra non per la difficile coesistenza di diverse linee ideali ma per lo scontro tra protagonisti alla permanente ricerca della personale riconferma.

E poi la follia di due liste di centro destra concorrenti a Città di Castello nella illusione che la contrapposizione, anche personale, potesse essere camuffata con un supplemento di democrazia e dunque con “primarie elettorali”.

A Spoleto però il colmo della improntitudine. Una parte del centro destra fa cadere una giunta dello stesso colore immaginando poi di riconquistare il comune con una destra irrimediabilmente divisa, con il semplice ma approssimativo ed illusorio maquillage di un candidato sindaco che di destra non è mai stato, anzi, sottolineando così ancora di più il tentativo furbesco che però non ha fatto rima con serietà .  Ora, per il centro destra la situazione se non irrimediabile è assai grave perché la scintilla, il feeling con gli umbri di due anni fa è esaurito e l’unica soluzione, forse, è cambiare gli allenatori. Ma di certo non lo faranno.

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