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Dimissioni Calabrese, salta la conferenza-incontro e niente nota ufficiale d'addio (per adesso)

Annunciate sì, ma non ufficializzate. Chi conosce l'assessore sa benissimo che vuole cercare di denunciare le pressioni che stanno cercando di fermare il cambiamento fortemente sostenuto da lui e dall'amministrazione comunale attuale. Ecco tutti i dietro le quinte: la lotta ai costi del minimetrò e al vecchio sistema di potere perugino e a quello imperante a livello regionale

Le due righe delle dimissioni di Francesco Calabrese, assessore 'arrabbiato' e finito nel mirino delle pressioni politiche (della Regione) e di altri interessi (vedi il minimetrò), non sono arrivate in Comune e non arriveranno di sicuro oggi. Anzi si va verso un chiarimento che potrebbe cancellarle per sempre. La conferma è arrivata dallo stesso Calabrese dopo la dura presa di posizione dello stesso a causa del rinvio della votazione sul recesso del Comune dalla società di cablaggio Centralcom.

Ma a tutti Calabrese ribadisce due concetti chiave: "le mie dimissioni sono secondarie...mentre è fondamentale rompere quelle pressioni e questi metodi che stiamo subendo... Perugia deve avere pari dignità e pari trattamento con il resto delle istituzioni e con il resto dei territori". Chiaro il riferimento a due fatti specifici che lo hanno visto protagonista in questi ultimi giorni.

Calabrese ha tirato fuori i costi passati e futuri del minimetrò facendo chiarezza sull'operazione e sul fatto che per il 2015 o interviene economicamente la Regione - con un fondo per la mobilità alternativa - o non ci sono i 10milioni di euro spettanti al Comune per  gestire le navette volute dall'allora sindaco Locchi. Insomma l'assessore ha fatto il suo dovere con massima trasparenza. Ma a quel punto sono scattate le pressioni e gli autori lo hanno scavalcato come una sorta di Don Chisciotte qualsiasi alla ricerca di altri interlocutori comunali.

La testa di alcuni di questi poteva saltare facilmente - non essendo politici avversari ma dei tecnici - ma per il momento non è successo nulla creando il primo grosso malumore di Calabrese. Poi è stata la volta di Centralcom: l'idea di uscire da questa società e gestire in proprio il progetto di una Perugia ultra-cablata, tecnologica e informatizzata. E a quel punto è arrivata la nota di ammonimento da parte della Regione tramite l'assessore Paparelli. Il resto è lavoro da opposizioni (dal Pd al Movimento 5 Stelle) che fa parte della giusta dialettica politica.

La decisione del sindaco di rinviare di 48 ore l'atto per valutarlo meglio ha fatto scattare l'annuncio informale di dimissioni e la richiesta di un incontro nello studio da avvocato di Calabrese con alcune testate per fare chiarezza. Calabrese agli amici va ripetendo che da settimane prende schiaffi ma che non ha intenzione di rovinare questa Giunta...ma è una questione di metodo e di rispetto...per dire basta con il vecchio e aprire una nuova stagione come chiesto dai cittadini". Per il momento nessuna conferenza-incontro e nessun invio ufficiale di dimissioni. E sembra che tra il sindaco e l'assessore sia in corso un chiarimento definitivo. 

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