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"Il decreto salva banche è uno scempio: in Umbria colpiti migliaia di risparmiatori"

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Enrico Flamini, segretario regionale di Rifondazione comunista dell'Umbria, che si scaglia contro il Governo Renzi e il decreto salva banche dopo il crac della Banca Etruria, della Banca delle Marche e di altri istituti di credito

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Enrico Flamini, segretario regionale di Rifondazione comunista dell'Umbria, che si scaglia contro il Governo Renzi e il decreto salva banche dopo il crac della Banca Etruria, della Banca delle Marche e di altri istituti di credito.
 

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“Anche in Umbria migliaia di piccoli investitori, soprattutto artigiani, commercianti e pensionati, con il decreto “salva banche” varato dal governo hanno visto andare in fumo anni di risparmi.

Del resto la stessa Banca d’Italia ha chiarito che non saranno i contribuenti a pagare i salvataggi, ma i detentori di azioni e obbligazioni subordinate a sostenere le perdite, precisando che gli investimenti in questione per loro natura sono esposti al rischio d’impresa. A parte il fatto che i contribuenti possono anche coincidere con i risparmiatori colpiti dal provvedimento, parlando di rischio, a quale impresa si fa riferimento visto che l’impresa per cui si è deciso di attribuire il rischio agli investitori è stata smembrata e la parte che conta trasferita da un’altra parte?
Oltre il danno la beffa. Sappiamo bene che spesso questi investimenti avvengono attraverso modalità fiduciarie e ad oggi pare che per effetto dell’art. 35 dello stesso decreto gli investitori non potranno nemmeno rivalersi sugli amministratori nel caso in cui la crisi sia stata determinata dal loro agire. Per non parlare poi dei dipendenti degli istituti di credito salvati che, in virtù del trasferimento, perderanno ulteriori diritti. Bene stanno facendo le associazioni dei consumatori nella nostra regione a predisporre tutte le azioni in favore di tutti quei cittadini che spesso si sono visti “rifilare” investimenti con questi rischi. Non stiamo parlando di speculatori, ma di piccoli risparmiatori in molti casi inconsapevoli. Di sicuro Renzi e compagnia le risorse per salvare le banche le hanno trovate, mentre continuano a tagliare su sanità, trasporti e servizi sociali. I parlamentari umbri del PD, al posto dei continui tagli di nastri nel finesettimana, intervengano presso Renzi per trovare una soluzione. Perchè siamo davvero di fronte al governo del “fare”, sì, gli interessi delle banche.

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