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Marsciano, il centrodestra chiede di fermare il ddl Zan sull'omofobia. Omphalos: "Critiche pretestuose"

Per il centrodestra e il Popolo della famiglia esistono già tutte le norme di tutela legale: "A rischio la libertà di pensiero". Il mondo Lgbti risponde con l'esempio di leggi simili in altri Paesi

"Il Disegno di legge Zan è una norma sbagliata e pericolosa, marcatamente ideologica, che mette a rischio proprio la tutela di quei diritti, come la libertà di opinione e di espressione, da cui invece vorrebbe prendere le mosse per contrastare determinate forme di discriminazione legate all’orientamento sessuale" secondo Francesca Mele, sindaco di Marsciano e per l'intera coalizione di centrodestra nello schierarsi con il Popolo della Famiglia nel chiedere di fermare l'approvazione di questo disegno di legge.

"E' davvero sconcertante e avvilente il modo con cui la prima cittadina e tutto il centrodestra locale ha utilizzato l’aula del consiglio comunale, casa di tutte le marscianesi e i marscianesi, per inscenare una triste propaganda contro il disegno di legge Zan – dichiara Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos Lgbti – la sindaca ha piegato a suo uso e consumo le istituzioni cittadine per diffondere una serie di false informazioni e bieca propaganda su una norma che il cui unico obiettivo è tutelare tutti i cittadine e le cittadine, anche di Marsciano, da discriminazioni e violenze".

Per il centrodestra di Marsciano "non è certo in discussione il rispetto verso ogni persona, indipendentemente dalla propria etnia, dalla nazionalità, dalle convinzioni politiche o religiose, dall’orientamento sessuale, dal proprio genere. E non lo è a tal punto che tutto questo è già ampiamente riconosciuto e tutelato nel diritto italiano". Il ddl Zan appare, per chi ne è contrario, come un "bavaglio", da imporre "a chi esprime legittimante opinioni sulle differenze che caratterizzano le persone e sulle conseguenze, a livello di interazioni e di istituzioni sociali, che da tali differenze conseguono".

Per Bucaioni non è vero, perché la norma "contiene per gran parte proposte attive di prevenzione che educhino e sensibilizzino al rispetto verso tutte e tutti, include anche l’estensione delle aggravanti previse dalla Legge Mancino, già in vigore per i reati d’odio verso la razza, l’etnia o la religione, anche all’orientamento sessuale, all’identità di genere e al genere. Non è quindi prevista alcuna norma speciale per omofobia e transfobia, ma solo l’estensione di quello che già oggi viene applicato per i reati d’odio in ragione del credo religioso".

Se già esistono tali norme, quindi, che senso ha il ddl Zan si chiede anche Saimir Zmali, coordinatore per l’Umbria del Popolo della Famiglia: "Sembra che non si conosca l'articolo 3 della Costituzione, che non esista un Codice Penale, fino ad arrivare alla Legge Mancino che già sanziona aspramente chi incita alla violenza. Se ne parli in Parlamento, senza però scherzare con l'identità di genere che non può imporre ai bambini una visione distorta della sessualità, limitando la loro libertà e quella dei genitori".

E' solo una questione di aggravanti, ribadisce Bucaioni: "È palesemente falso sostenere che la legge rappresenti un pericolo per la libertà di espressione, come il centro-destra marscianese ha cercato di far intendere. La legge, infatti, non limita in nessun modo la libertà d’opinione, bensì gli atti discriminatori; chiunque potrà continuare a esprimere il proprio dissenso nei confronti del matrimonio omosessuale o dell’estensione delle adozioni, ad esempio. Sarà invece punito con un’aggravante istigare alla violenza o commettere atti di violenza contro le persone in ragione del loro orientamento sessuale o della loro identità di genere".

Dal centrodestra replicano: "Abbiamo una idea ben precisa di cosa è una famiglia e dell’importanza che ha per un bambino l’avere un padre e una madre. E vogliamo poter continuare a dirlo, vogliamo poter continuare a sostenere che non siamo d’accordo con l’adozione di bambini da parte di coppie gay, né tanto meno con la pratica dell’utero in affitto, senza per questo essere perseguiti dalla legge, senza per questo essere incriminati come istigatori alla discriminazione - proseguono i rappresentati del centrodestra e del Popolo della famiglia - Vogliamo poter affermare con forza che un genitore ha tutto il diritto, sancito dalla stessa Costituzione, di scegliere che tipo di educazione il proprio figlio dovrà avere su un tema sensibile come la sessualità, e non essere costretto ad assistere, magari dentro ad una scuola, agli approcci ideologici che il Disegno di legge Zan vorrebbe introdurre".

Per Bucaioni le ragioni degli altri sono "critiche strumentali provenienti dal mondo ultracattolico e dalla destra. Queste critiche sono però assolutamente infondate e volte solo a spaventare l’opinione pubblica, con l’obiettivo di ostacolare o svuotare una legge di civiltà, tra l’altro già presente in tanti altri ordinamenti in Europa e nel mondo".

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