rotate-mobile
Politica

Centrosinistra, è guerra tra cespugli e Pd-Psi: si giocano le poltrone nel 2015

Minacce di rottura, di far intervenire la Marini, di far saltare le alleanze alle prossime comunali del 2014: tutto questo per la nuova legge elettorale dopo il taglio da 31 a 21 consiglieri che limitano le speranze dei piccoli di ritornare nell'Assemblea

Rischia di esplodere la tradizionale maggioranza di centrosinistra. I segnali arrivano dall'aula di Palazzo Cesaroni dopo il classico pretesto che nasconde il vero motivo della guerra politica. Il "pretesto" è stata la modifica dello statuto che prevede il passaggio da 31 a 21 consiglieri. Una decisione obbligata da una legge nazionale che non si può non applicare. Il Pd e il Psi sono stati però costretti ad approvarla da soli perchè l'Idv si è astenuta insieme al centrodestra mentre Rifondazione Comunista con Damiano Stufara ha votato contro. Fino a qui la cronaca del pretesto.

Ma per eleggere quei 21 ci vuole una legge regionale nuova di zecca. E qui casca il centrosinistra per via di un mini-listino bloccato che divide la maggioranza e l'ipotesi di un monocolore Pd con gli alleati che rischiano di restare fuori dal Palazzo. “Non siamo stupiti – hanno spiegato i capigruppo del Pd e Psi rispettivamente Renato Locchi e Massimo Buconi- dalla furbizia e dal doppiogiochismo del centrodestra, ma esprimiamo un giudizio fortemente negativo sull'atteggiamento tenuto dal rappresentante di Rifondazione comunista che ha votato contro e da quelli dell'Italia dei Valori, che si sono astenuti. Ciò non potrà che essere oggetto di una riflessione puntuale da condurre in primo luogo con la stessa presidente della Giunta regionale, che nel corso del dibattito aveva illustrato in modo realmente convincente le ragioni e le motivazioni che erano alla base di questo atto”.

La risposta di Paolo Brutti svela il vero motivo della battaglia: “Furbo, e neanche troppo, è chi si rimangia gli accordi stabiliti. Noi siamo obbligati, giustamente, a ridurre i consiglieri regionali. L'importante è farlo con una legge elettorale diversa da questa per scongiurare il pericolo del mantenimento del listino, di premi di maggioranza esorbitanti che portino a un consiglio monocolore in mano a un partito solo. Questo significherebbe distruggere la coalizione di centrosinistra".  C'è però un potenziale effetto collaterale: la fine dell'alleanza nei grandi comuni dell'Umbria che andranno a votare nel 2014. Una prova di forza in vista del vero piatto da giocare a poker: quello delle regionali 2015.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Centrosinistra, è guerra tra cespugli e Pd-Psi: si giocano le poltrone nel 2015

PerugiaToday è in caricamento