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Risorse dal governo per l'emergenza Covid, Morroni: "Servizi potenziati". Porzi: "Non impegnati tutti i 63 milioni"

L'assessore della Regione Umbria risponde all'interrogazione del consigliere Pd: “Bilanci definitivi non ancora disponibili"

"Informazioni e chiarimenti riguardo l’impegno di risorse economiche per affrontare la crisi sanitaria da Covid-19”. A chiederli durante il 'Question time' in aula di questa mattina (martedì 27 aprile) è stata Donatella Porzi, consigliere regionale del Pd.

Nello specifico la rappresentante del Partito Democratico ha domandato “quali sono state le delibere di Giunta adottate in recepimento alle norme nazionali che hanno destinato specifiche risorse economiche alla Regione Umbria e come queste sono state ripartite; quali i motivi per i quali la Giunta regionale non avrebbe impegnato o avrebbe impegnato solo in parte le risorse economiche erogate dal Governo nazionale; perché non si è proceduto pienamente alla implementazione dei servizi di assistenza domiciliare integrata e all’introduzione della figura dell'infermiere di famiglia/o di comunità; ed infine perché la Giunta regionale non ha provveduto pienamente all’aumento della dotazione dei mezzi di trasporto dedicati ai trasferimenti secondari dei pazienti Covid-19 ed assumere personale dipendente medico, infermieristico e operatore tecnico, così come previsto dal DL 34/2020”.

Nell’illustrazione del suo atto ispettivo, Donatella Porzi ha evidenziato che “la Giunta regionale non ha impegnato tutti i 63 milioni di euro arrivati dal Governo nazionale. Risorse che dovevano servire per l’aumento di posti letto in terapia intensiva, l’aumento dei mezzi di trasporto dedicati ai trasferimenti secondari dei pazienti Covid-19 e molte altre misure solo parzialmente adottate. Le Regioni e le Province autonome, oltre ai trasporti, dovevano anche provvedere alle assunzioni di personale dipendente medico, infermieristico e tecnico. L’Umbria è in ritardo anche nei provvedimenti legati agli stanziamenti. La confusione organizzativa e la mancanza di programmazione genera disservizi ed inefficienze, che gravano interamente sul personale sanitario, sottoposto a fortissimo stress. Il sottodimensionamento di organico e la lentezza delle procedure di tracciamento non permettono neanche di avere il dato reale dei positivi giornalieri. È mancata l’attivazione delle unità mobili territoriali, implementazione dei servizi di assistenza domiciliare integrata e introduzione della figura dell'infermiere di famiglia o di comunità, tutto a grave danno del tanto auspicato potenziamento della medicina territoriale”.

A rispondere per conto della Giunta al consigliere Pd è stato l’assessore Roberto Morroni: “La Regione Umbria, con una serie di determine, ha assegnato le risorse nazionali alle aziende sanitarie per un ammontare complessivo in corso di determinazione. I bilanci non sono ancora chiusi - ha detto Morroni - ed è in corso un confronto con il Ministero per capire quanto delle risorse spese può essere imputato alle risorse nazionali. Ci sono stati ostacoli nel reperimento di profili professionali specialistici in un momento in cui si registrava una forte richiesta su scala nazionale. Alcune delibere della Giunta hanno regolamentato servizi e attività assistenziali sul territorio. È stata garantita la continuità assistenziale con le Usca e rafforzando la sanità di comunità. L’assistenza infermieristica dei distretti è stata potenziata e sono state date indicazioni per il reclutamento di infermieri di famiglia e di comunità. Sono state acquistate due ambulanze per il trasporto dei malati, per le aziende ospedaliere di Perugia e Terni”.

Porzi ha infine replicato che la risposta dell’assessore “non fuga i nostri dubbi. In sanità c’è un bilancio tendenziale che si monitora ogni tre mesi, quindi ad oggi potevano essere forniti dati aggiornati. Torneremo a parlare di questi argomenti quando verranno consegnati i bilanci delle Aziende, ma i nostri dubbi escono confermati da quanto ci è stato detto oggi”. 

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