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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Perugia, il centrosinistra: "No alla conversione della Rsa 'Seppilli' in struttura Covid"

Ordine del giorno depositato dai consiglieri comunali di Partito Democratico, Idee Persone Perugia e Rete Civica Giubile: "L’ex Grocco ospita altre nove strutture socio-sanitarie: dalla giunta Tesei un atteggiamento irresponsabile e superficiale"

Ferma contrarietà alla conversione della Rsa 'Casa dell’Amicizia A. Seppilli' in struttura Covid e richiesta di rafforzamento del personale sanitario. Questi i punti salienti dell'ordine del giorno depositato nella mattina di oggi (lunedì 2 novembre) in Consiglio comunale dai gruppi di centrosinistra (Partito Democratico, Idee Persone Perugia e Rete Civica Giubilei).

"Apprendiamo in questi giorni dalla stampa l’intenzione della Regione Umbria di adibire parte della Rsa Seppilli a struttura Covid, dopo aver già trasferito altrove gli attuali ospiti. Oltre al rischio che l’operazione rappresenta per gli anziani attualmente ricoverati - si legge nell'odg -, va considerato che l’ex Grocco ospita altre nove strutture socio-sanitarie, comprese la Neuropsichiatria e riabilitazione dell’età evolutiva e la Neuropsichiatria e psicologia clinica dell’età evolutiva. Si tratta di servizi destinati a bambini fragili, non di rado affetti da più patologie, che frequentano l’Ex Grocco per terapie e riabilitazioni lunghe e complesse, che solo lì possono essere fatte; di genitori e nonni che spesso accompagnano i piccoli pazienti alle sedute di riabilitazione; nonché di tutto il personale medico, che già attualmente è in numero assai ridotto rispetto alle esigenze del territorio".

E ancora: "Allarme e preoccupazione provengono anche dagli operatori sanitari, a cui viene chiesto di fare lo straordinario in una struttura Covid e poi, il giorno dopo, di tornare nell’orario di servizio a lavorare a contatto con malati e persone fragili in reparti non Covid, mettendo così a rischio se stessi ma soprattutto i pazienti, che in questo modo vengono esposti pericolosamente ad un rischio, quando invece dovrebbero essere curati, e ancor prima protetti. Nonostante l’esperienza della prima ondata si è deciso scientemente di non pianificare una risposta sanitaria adeguata, ignorando anche le indicazioni che venivano dal personale. Nulla è stato fatto finora sul piano del rafforzamento degli operatori sanitari, che stanno andando verso il burnout".

Nel mirino c'è la gestione della Regione Umbria: "A causa di questo atteggiamento irresponsabile e superficiale da parte della Giunta Tesei, il sistema sanitario umbro si trova di nuovo a fronteggiare una situazione di emergenza con forze insufficienti e con una carenza di medici e infermieri su tutto il territorio. I numeri parlano di 259 operatori sanitari positivi in Umbria, e i focolai in diverse Rsa testimoniano come non si stia facendo abbastanza per tutelare i lavoratori e i pazienti. Una gestione dissennata che non tiene nettamente separati i percorsi Covid e non Covid. Alle preoccupazioni degli utenti della struttura e dei loro familiari, già sovraccaricati di un fardello di emotività e di energie quotidiane, e ai malumori del personale medico e infermieristico, già sotto forte stress per l’aumento del carico di lavoro in un periodo così difficile, si aggiungono inoltre le proteste dei sindacati, con un fronte compatto e deciso".

Ecco infine l'appello del centrosinistra perugino: "Chiediamo alla Regione Umbria di tornare indietro rispetto alla decisione di convertire, seppur in modo parziale e temporaneo, in struttura Covid la Rsa 'Casa dell’Amicizia A. Seppilli', in quanto non adeguata, con tutto ciò che comporta in termini di rischi per pazienti e operatori. Chiediamo altresì alla presidente Tesei e all’assessore Coletto di porre rimedio alle principali criticità in gran parte causate dal loro stesso atteggiamento arrogante e autoreferenziale, mettendo in atto una serie di interventi immediati, a partire dalle assunzioni a tempo indeterminato di personale e dal pieno rispetto della sicurezza di chi lavora".

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