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Coronavirus, l'assessore Coletto: "Umbri bravissimi, adesso i medici di famiglia come sentinelle contro il Covid19"

Il direttore regionale della sanità, Dario: "Raddoppieremo il numero di test giornaliero e da lunedì riprogrammate le attività ospedaliere"

La situazione epidemiologica in Umbria è stata al centro di una conferenza stampa dell’assessore Luca Coletto il quale ha voluto ribadire che “oggi iniziamo a commentare la fase2, il futuro è nelle nostre mani e l’apertura è già significativa”.

Quanto ai dati si possono definire ottimi con i “1.405 positivi di ieri 1.405 cresciuti solo di un soggetto, anche se purtroppo si registra un decesso”.

Coronavirus, cala il numero dei dei ricoverati, ma c'è un decesso.

“Direi che l’andamento è estremamente confortante, anche se non possiamo affidarci esclusivamente ai dati, ma continuare a lavorare su tutti i fronti, da quello sanitario a quello farmaceutico - ha detto Coletto – Unendo gestione e ricerca a beneficio del territorio e di tutta la nazione”.

Analizzando i dati relativi a positivi e deceduti per l’assessore Coletto ci si trova di fronte ad un “grafico significativo, perché vede positivi in netto decremento con parabola discendente che è opposta alla crescita importante delle guarigioni. La futura gestione passerà per il monitoraggio attraverso i medici di medicina generale, che saranno le sentinelle che avviseranno di impennate eventuali. Il morbo non è scomparso, non ha cambiato casa o regione, è con noi ed è aggressivo”.

In riferimento alla fase 2 e alla riapertura per l’assessore Coletto “non si può vivere nel terrore, ma è vero che le riaperture devono basarsi sul massimo rispetto del distanziamento sociale e il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e gli igienizzanti – ha proseguito Coletto – La responsabilizzazione degli umbri è stata dimostrata. L’invito, quindi, è quello del rispetto delle misure sino a quando non arriveranno farmaci migliori e il vaccino, attualmente in buona evoluzione, ma che non arriverà prestissimo”.

L’assessore Coletto ha anche annunciato che dalla prossima settimana si riprenderà a programmare l’attività ordinaria negli ospedali e negli ambulatori.

Il direttore regionale alla sanità Claudio Dario ha voluto sottolineare l’importanza dell’informazione quanto “l’uso dei dispositivi di protezione individuale nella gestione dell’emergenza”, passata dal picco del 29 marzo con 220 ricoveri e 48 in terapia intensiva agli attuali 53 e 6 casi.

Quanto ai test il direttore Dario ha tenuto a precisare che “non si tratta si screening di massa, ma di una possibilità in più offerta ai cittadini che lo ritengano, ma non in prima persona, visto che serve la prescrizione del medico e la marcatura Ce del test – ha detto Dario - Sull’affidabilità del mondo scientifico diciamo che non sono test diagnostici, cioè il risultato non è definitivo sulla positività. Secondo un nostro studio su 1.200 test sviluppati in parallelo è emerso che il test, in questa fase epidemica, ha un potere predittivo negativo molto alto, cioè la negatività è quasi certa, in caso positività il dato si abbassa”.

Da qui l’utilità di utilizzo dei test rapidi “in situazioni particolari, tipo accesso al Pronto soccorso o in ospedale oppure per selezionare un numero più ristretto su una popolazione ampia, come nel caso di Giove”.

In merito ai test nei laboratori privati il direttore Dario ha tenuto a ribadire che “il Ministero non ha fissato un prezzo, ma solo l’obbligo di prescrizione da parte del medico e da effettuare in un laboratorio con referto completo”.

La sanità regionale incrementerà i test passando dai “1500 test molecolari rapidi settimanali e 1300 al giorno di molecolari standard, con raddoppio di quelli quotidiani”.

Dai dati rilevati è emerso, infine, un aumento di accessi totali al Pronto soccorso: dal 12 aprile sono raddoppiati da 213 a 526. “Prevedibile e previsto dopo il calo in piena emergenza, ma visto che c’è un incremento di casi in codice verde – ha detto Dario – Vorrei esprimere un caldo invito a non recarsi al Pronto soccorso se non per esigenze gravi”.

Sull’utilizzo del plasma come strumento di cura del Covid19 è intervenuto il dottor Mauro Marchesi del Centro regionale sangue. “Abbiamo stilato un protocollo terapeutico multicentrico con altre sanità regionali che consentirà di stabilire la possibilità terapeutica di questo approccio con implementazione di raccolta – ha detto Marchesi – Un protocollo con regole stringenti e utilizzo di macchinari specifici per arrivare ad un prodotto di grado farmaceutico”.

Per il dottore Marchesi, dopo aver risolto anche le questioni legate alla privacy dei donatori (guariti da 14 giorni e con due tamponi negativi), “la settimana prossima inizieremo la selezione dei donatori – dice Marchesi - Al momento è una delle terapie più adeguate che va somministrata in tempi precoci della malattia, per tre giorni consecutivi, nei primi giorni dell’insorgere delle complicanze polmonari”.

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