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Perugia, appello a Poste Italiane: "Resse e disservizi, rivedere il piano di riapertura e gli orari degli uffici"

Approvato all'unanimità in commissione l'ordine del giorno firmato dai consiglieri comunali del Pd: "Il sindaco si confronti con l'azienda"

Sollecitare Poste Italiane a mappare le riaperture dei propri uffici nella fase 2 dell'emergenza coronavirus, con particolare attenzione alle zone più periferiche, rivedendo il piano di apertura al pubblico allargando il servizio, garantendo le dovute precauzioni ed accorgimenti al fine di assicurare la sicurezza e la salute di operatori ed utenti e al tempo stesso ovviando ai disagi riscontrati nelle varie zone del perugino. Questa la richiesta al sindaco Andxrea Romizi da parte dei consiglieri comunali di Perugia dove oggi (lunedì 4 maggio), proprio riguardo a questo tema, la IV Commissione presieduta dal consigliere Michele Cesaro ha approvato all'unanimità l’ordine del giorno del gruppo consiliare Pd.

“Sin dai primi giorni di lockdown - hanno spiegato i proponenti - sono stati riscontrati numerosi disagi nel territorio perugino sul fronte dell’accesso ai servizi postali a causa di limitazioni troppo ferree soprattutto nei territori periferici. Tenere aperto un solo centro postale in un’area di dieci-quindici chilometri ha comportato non solo disagi dal punto di vista dell’affluenza, ma anche nell’erogazione del servizio, con un sovraccarico di lavoro e di interazioni, gravanti sulle spalle di dipendenti e direttori. Tali disagi rischiano di vanificare gli sforzi messi in campo per arginare la diffusione del virus. Il Gruppo del Partito Democratico della Regione Umbria, tramite una lettera del 29 marzo 2020 a firma del consigliere Michele Bettarelli, aveva già provveduto a informare della situazione i Prefetti di Perugia e Terni affinché sollecitassero la riapertura degli uffici postali periferici. Dalla settimana successiva a Pasqua è stata prevista da Poste Italiane una riapertura, seppur parziale, di alcuni centri postali periferici, andando ad alleggerire il carico che gravava su quelli rimasti aperti. Queste riaperture parziali, tuttavia - hanno aggiunto i consiglieri di opposizione - potrebbero non bastare. Si registra ancora una differenza di erogazione del servizio tra aree contigue, come nel caso degli uffici postali di Fontignano e Mugnano, aperti un giorno a settimana, mentre in paesi limitrofi di identiche dimensioni come Pietrafitta (afferente al Comune di Piegaro) o Castiglione della Valle (Comune di Marsciano) gli uffici postali sono aperti alla cittadinanza rispettivamente quattro e due giorni a settimana".

Favorevole all’ordine del giorno si è detto Lorenzo Mattioni (Lega), per il quale il problema segnalato era già evidente prima dell’emergenza. “Trovo giusto che un sindaco si faccia carico di certe esigenze del territorio comunale in un confronto con la società - ha detto il capogruppo della Lega - tenendo comunque conto che Poste Italiane è un’azienda privata e può non condividere la posizione del Comune”. Dello stesso avviso anche il collega di partito Davide Bonifazi, che ha ricordato come il problema sia ancora più sentito in quelle zone periferiche dove mancano anche gli sportelli bancari.
 

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