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Regione, Lignani Marchesani: "Rinuncia consapevole a vicepresidenza"

Andrea Lignani Marchesani torna sulla seduta del Consiglio Regionale di ieri, nel quale sono stati rieletti i due vicepresidenti e consiglieri segretari dell'ufficio di presidenza

Il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (PdL) torna sulla seduta di mercoledì del Consiglio dove sono stati rieletti i due vicepresidenti e i consiglieri segretari dell'Ufficio di presidenza, tutti espressione della maggioranza, poiché i membri delle opposizioni hanno deciso di non prendere parte al voto.

Lignani Marchesani, che in questo scorcio di legislatura ha ricoperto il ruolo di vicepresidente, precisa in una nota che: “Rinunciare ad un ruolo istituzionale di primo livello quale la vice Presidenza del Consiglio regionale non è semplice: tengo per questo a ringraziare i miei colleghi di coalizione che hanno lasciato ai diretti interessati la decisione ultima sul da farsi. Ma per chi ama la politica e soffre terribilmente nell’involuzione pesantissima dei rapporti tra Comunità ed Istituzioni questo atto diventa un gesto spontaneo ed irrinunciabile”.

Così, Lignani Marchesani (PdL) dopo la decisione del suo partito e di tutte le opposizioni di non partecipare al voto dell'Aula: "Non accorgersi che all’esterno la casa brucia, che i cittadini fuori dal Palazzo esigono in un momento drammatico come l’attuale trasparenza e chiarezza – commenta l'ex vice presidente di Palazzo Cesaroni - fare finta che l’ingresso dei Carabinieri in Consiglio regionale sia un mero atto di routine non è bassa tattica politica, ma un suicidio istituzionale inaccettabile. Aver risposto alle nostre dimissioni con l’occupazione di tutti gli spazi istituzionali, anche quelli di spettanza delle opposizioni, è un atto che la dice lunga sul senso di responsabilità di chi lo ha compiuto.

Esigevamo e continuiamo ad esigere – spiega Lignani Marchesani - un approccio di trasparenza totale nella gestione dei ruoli di governo ed istituzionali non per indebite invasioni di competenza o per fisiologico scontro politico, ma per rinsaldare, al limite contro il nostro interesse elettorale, il rapporto tra Regione nel suo complesso, parti sociali e cittadini in una contingenza economico sociale più che drammatica”.
 
E prima di concludere una battuata nei confronti della presidente dell'Umbria, Catiuscia Marini: “La presidente rivendicava in alcuni suoi interventi in Aula la diversità morale del centrosinistra. I fatti le danno ragione anche se nel senso completamente opposto a quello che intendeva. Pur non avendo alcun conto in sospeso e rivendicando con orgoglio la nostra coerenza abbiamo dimostrato di non essere attaccati alle poltrone. Ci auguriamo, senza polemica, che altri possano dimostrare altrettanto. Per il bene dell’Umbria”

 

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