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Il sogno di una sinistra anti-Pd torna all'ordine del giorno: progetto e liste per le comunali 2016

Verso il nuovo soggetto della sinistra unità che nei primi mesi del 2016 prenderà forma a livello nazionale e in Umbria. Due tronconi della sinistra di casa nostra scaldano i motori e indicano la strada

"La costruzione di un soggetto politico unitario e plurale della sinistra può diventare oggi realtà anche in Italia. Servono generosità e senso di responsabilità per il raggiungimento di un obiettivo alto e nobile, quello di definire cioè un polo politico autonomo ed alternativo a PD, M5S e destre": l'appello porta la firma del segretario regionale di Rifondazione Comunista dell'Umbria Enrico Flamini che ha posizionato il partito verso il nuovo soggetto della sinistra unità che nei primi mesi del 2016 prenderà forma a livello nazionale e in Umbria.

"Dobbiamo avere la forza di - ha continuato Flamini - avanzare una proposta di governo per la fuoriuscita dalla crisi economica e sociale in cui versa il paese. Un’iniziativa sui terreni della democrazia, dei diritti sociali e del lavoro, della pace, della scuola, della sanità, della giustizia sociale, della lotta alle povertà, un’iniziativa di cui può e deve essere protagonista una nuova classe dirigente senza ripercorrere le strade già battute del politicismo del meno peggio".

Per il rifondarore Flamini c'è da subito un’occasione per far conoscere agli elettori un progetto nuovo della Sinistra. L'obiettivo: è quella delle elezioni amministrative dell’anno prossimo "per lavorare insieme e valutare in comune ovunque la possibilità di individuare candidati, di costruire e di sostenere liste nuove e partecipate in grado di raccogliere le migliori esperienze civiche e dal basso e di rappresentare una forte proposta politica di sinistra".

Anche altre formazioni di sinistra si mobilitano: in prima linea Sinistra Lavoro di Stefano Vinti e Cladio Grassi: "Fra gennaio e febbraio inizierà nel paese la fase costituente della Sinistra. È una occasione da non perdere che richiede il massimo della capacità di ascolto, dell’apertura, del senso di responsabilità. Entrare in questo processo stabilendo fin dall’inizio che — comunque vadano le cose — non si rinuncerà alla propria organizzazione, non è solo un errore, ma rischia di farlo apparire, agli occhi di chi vorremmo riconquistare alla politica, come l’ennesimo cartello elettorale tenuto insieme prevalentemente per tutelare piccole rendite di posizione e un po’ di ceto politico".

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