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Colussi, licenziamenti di massa: "Altre 125 persone senza lavoro, il Governo deve intervenire"

Da Leonelli (Pd) a Squarta (FdI), passando per Laffranco (FI): la politica chiede risposte

Dall'incubo alla drammatica realtà. La mannaia cala ancora volta e taglia via posti di lavoro in Umbria. Altri 125 licenziamenti annunciati. Stavolta, dopo la Perugina, la Trafomec  e la ex Novelli, tocca alla Colussi e allo stabilimento di Petrignano d’Assisi. Così, mentre i sindacati scendono sul piede di guerra, la politica si muove. A tutti i livelli. Comincia il parlamentare umbro di Forza Italia Pietro Laffranco:  “Dopo le vicende della Novelli di Spoleto, della Perugina, ora volge al peggio anche quella della Colussi di Petrignano dove sono stati dichiarate stamattina altre 125 mobilità relative ad altrettanti lavoratori, completando, purtroppo, in termini negativi un quadro economico e sociale umbro desolante e molto preoccupante”.  Quindi, che fare? “Anche in questa circostanza invochiamo l'intervento del Governo, tramite un'interrogazione urgente depositata poche ore fa. È ulteriormente chiaro, se mai ve ne fosse necessità, come la nostra regione, già pesantemente colpita sul piano economico e sociale dal sisma di un anno fa, presenti una gamma di criticità industriali molto gravi e sulle quali Governo nazionale e Regionale hanno il dovere di fare più di quanto tentato vanamente sinora. Siamo al fianco dei lavoratori e pronti a dimostrarlo ancora”.

Per il consigliere regionale del Partito Democratico (e segretario regionale dell’Umbria), Giacomo Leonelli, “la procedura di licenziamento collettivo per 125 lavoratori della Colussi di Petrignano, annunciata dal management del gruppo nel corso della riunione di oggi presso la Confindustria di Perugia, desta forte preoccupazione”. E la situazione, spiega Leonelli, è addirittura peggiore del previsto: “Dopo l’esubero di personale annunciato nel mese di luglio dall’azienda in occasione della presentazione del piano industriale – prosegue Leonelli – che, con orizzonte triennale, prevedeva tra 50 e 60 esuberi, a fronte di investimenti complessivi per circa 80 milioni di euro, la notizia che oggi quegli esuberi verrebbero ad essere raddoppiati suscita anche perplessità”.

Come sopra, che fare? “L’assessorato competente, rispondendo ad una mia interrogazione in Aula – conclude Leonelli - ha già assicurato il suo impegno a monitorare la situazione e ad adoperarsi per cercare di limitare al massimo gli esuberi ma, alla luce di questi fatti nuovi, ritengo anche necessario l’invito al confronto delle posizioni di azienda e lavoratori in sede di audizione in Seconda commissione. Il marchio Colussi, inoltre, è fortemente legato a Perugia e l'azienda ha una visibilità nazionale fortemente riconducibile al nostro territorio: si tratta di un’ulteriore ragione per mettere tutto l'impegno necessario per favorire la migliore conclusione possibile della vicenda”.

Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Marco Squarta, invece sceglie la linea dura: “Mentre i parlamentari, anche umbri, del Partito democratico fanno lo sciopero della fame per lo 'Ius soli' i lavoratori umbri rischiano di essere ridotti davvero alla fame da una raffica di licenziamenti”. Squarta sottolinea che “115 operai, 5 impiegati e 5 impiegati della So.Ge.Sti. perderanno presto il lavoro, andando ad aggiungersi alle centinaia di esuberi della Perugina, della ex Novelli, dell'Ast di Terni, della Trafomec e di numerose altre aziende del territorio regionale che quasi ogni settimana decidono di ridurre il numero dei propri dipendenti. L'Assemblea legislativa non più può fare finta di non vedere una serie di crisi aziendali che stanno devastando il tessuto economico e sociale dell'Umbria. Centinaia di lavoratori senza credibili prospettive di reinserimento e altrettante famiglie umbre si troveranno presto in serie difficoltà e la politica deve fare tutto ciò che è possibile per evitare la desertificazione economica di questa regione”. E la palla torna a Palazzo Cesaroni: “Anche l'Assemblea legislativa regionale dovrà quindi – conclude il consigliere - farsi carico di delineare azioni efficaci di sostegno alla ripresa economica in grado di porre fine all'emorragia di posti di lavoro che sta dissanguando l'Umbria”. Altri 125 licenziati. Qui è emergenza vera.

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