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Caso Calabrese, Romizi getta acqua sul fuoco: "Non dividiamoci per fazioni per combattere il crimine"

La presa di posizione del primo cittadino dopo le polemiche sollevate dalle dichiarazioni dell'assessore Calabrese su presunte infiltrazioni della criminalità con il "potere che da 70 anni governa l'Umbria". Richiamo all'unità delle istituzioni per battere la criminalità

Chi si aspettava l'annuncio del taglio dell'assessore Francesco Calabrese resterà deluso dall'intervento del sindaco Andrea Romizi che non mette in discussione il proprio amministratore e di fatto ribadisce quanto concordato con il sottosegretario Gianpiero Bocci: "collaborare sulla sicurezza senza distinzioni di colore politico".  "La guerra alla delinquenza - ha spiegato Romizi a riguardo delle polemiche su presunte infiltrazioni della criminalità nel centrosinistra da 70 anni al Governo dell'Umbria - non ha uno spartiacque politico, ma è il minimo comune denominatore che deve unire le istituzioni al proprio interno e fra di loro, dando il segno alla cittadinanza di un presidio solido e continuativo in difesa della legalità e della sicurezza per respingere sempre e comunque ogni tentativo di infiltrazione criminale nel nostro territorio”.

Lo stesso Sindaco ha ribadito che per la sua amministrazione la sicurezza è una delle priorità: “La battaglia alle organizzazioni criminali viene da sempre portata avanti all’unisono da istituzioni locali,  forze dell’ordine, magistrati e Ministero dell’Interno, che negli anni hanno tenuto alte guardia e attenzione, ciò anche grazie all’argine di legalità creato dai cittadini. Il Comune di Perugia si è sempre fatto carico nel tempo di questa battaglia e l’attuale Amministrazione concentra i suoi sforzi quotidiani contro le diverse illegalità, piccole e grandi che siano".

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