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Casapound manifesta davanti al centro d'accoglienza: "Stop a questo business, prima agli italiani"

Sit-in di CasaPound Perugia davanti al centro d'accoglienza di Ponte d'Oddi per chiederne l'immediata chiusura. Antonio Ribecco, responsabile umbro, dichiara: "Sono sempre cooperative Arci a vincere gli appalti"

Trentatrè euro al giorno per ogni rifugiato. Sono questi i soldi che vengono sborsati direttamente nelle tasche della Cooperaitva Perusia che si occupa del centro d’accoglienza di Ponte d’Oddi. La denuncia arriva da CasaPound Perugia che, durante il sit-in di oggi, 5 gennaio, ha puntato il dito contro le cooperative targate Arci, dichiarando: “Sono sempre loro a vincere i bandi con offerte al ribasso che si possono permettere anche grazie a costi di gestione irrisori, come 200 euro di affitto per le sedi ottenute grazie alle convenzioni stipulate con la passata amministrazione”,

“Il fatto che – afferma  Antonio Ribecco, responsabile di CasaPound  - dietro all'accoglienza di immigrati e rifugiati politici si cela un business, è una cosa ormai assodata grazie all'inchiesta ‘mafia capitale’, ma noi lo affermavamo già in tempi non sospetti e continueremo a farlo: ecco perché siamo qui a manifestare per chiedere la chiusura immediata del centro”. 

“L’Umbria - ha aggiunto Ribecco - accoglie già 562 stranieri, la maggior parte nella provincia di Perugia, per un costo complessivo di circa 800mila euro. Mentre da una parte si presentano mozioni per favorire gli italiani nell'accesso alle case popolari, dall'altra si partecipa alla cena offerta dalla cooperativa per ingraziarsi il quartiere. Sarebbe bene prendere una posizione chiara e ferma, un po’ come CasaPound sta facendo da anni, anche se capiamo perfettamente che per qualcuno è più comodo e proficuo tenere il piede in due staffe”.

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