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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Corrado Zaganelli inizia la sua corsa, dal minimetro all'univeristà una Perugia tutta da rifare

Corrado Zaganelli ha ufficializzato oggi, 28 marzo, la sua candidatura a sindaco di Perugia. Una lunga conferenza stampa dove ha messo in chiaro il suo punto di vista e come intende muoversi

Appare un Corrado Zaganelli solitario. Non c’è, infatti, nessun esponente politico alla presentazione ufficiale della sua candidatura a Sindaco di Perugia che come lui ha voluto sottolineare è "una candidatura che esprime se stesso, la presenza di politici avrebbe impoverito il tutto”. Colto, estremamente colto, così tanto da perdersi in una lectio magistralis della storia della città, dimenticandosi forse all'inizio alcuni punti fondamentali del programma.

Ma alla fine arrivano anche a quelli, dopo aver citato un centinaio di volte Locchi, pur dovendo sfidare Wladimiro Boccali. Sicurezza, università, minimetrò, insomma non gli sfugge niente e il quadro appare ben chiaro, se pur ancora da delineare. “In questa città serve un cambiamento. Il nostro concetto di democrazia si è bloccato, siamo rimasti alla sola dialettica”. Il riferimento a Maria Rita Lorenzetti non manca, alla quale peraltro augura da buon avvocato che le vicende giudiziarie si chiudano per il meglio. Quella telefonata dove la ex presidente della Regione Umbria disse: “A noi chi ci ammazza”, non è stata infatti gradita e “rimarca ancor di più l’esigenza di un cambiamento”.

Ma Zaganelli, uomo di sinistra, almeno così si definisce, non lascia nulla al caso, o almeno questo vuol fare intendere. “Il minimetrò pesa sul Bilancio dell’Amministrazione il 2 per cento. Unica tratta che ha un minimo di senso logico sarebbe quella che collega l’ospedale, anche se è una struttura inconcepibile rispetto agli abitanti che vi sono in questa città”.

C’è però qualcosa che manca ai “nostri cittadini” e secondo il candidato del centrodestra è l’identità. “Noi siamo amanti del pallone, del tennis, del Trasimeno e poi siamo perugini. Dobbiamo ritrovare noi stessi”. E poi? Poi l’università, “il terzo mandato di Bistoni è stato uno sbaglio e tutto è andato a rotoli. Qui gli studenti non si perdono in conversazioni filosofiche, pensano all’aperitivo, alle birrerie”. Tradotto, non c’è fermento culturale. “Sono comunque sicuro che Moriconi farà un ottimo lavoro e riuscirà a ritirare su le sorti della nostra città”.

Un gruppo compatto? No, non sembrerebbe, anche se il candidato rassicura tutti. Ma che vi sia qualche mal di pancia all’interno di questa grande coalizione composta dai maggiori partiti di centrodestra e da due, forse tre, liste civiche, è palese. Le interviste parlano chiaro e non tutti sono contenti della scelta fatta, o meglio del nome messo in piazza. Ma Zaganelli chiarisce: “Io ho posto delle condizioni. O scendiamo compatti o non mi candido”. Nel frattempo qualche nome viene tirato fuori dal cilindro, come ad esempio quello di Luciano Binaglia che forse sarà presente nella lista di Zaganelli

E se qualcuno chiede al noto avvocato del perché di questa solitudine, lui risponde diretto “Volevo essere solo, presentarmi da solo e aprirvi la porta di casa mia (lo studio, ndr.)”.  Ma quali elettori intende convincere? “Beh... io vengo dalla sinistra...”. La risposta rimane nell’aria, ma la parola giusta sembrerebbe essere “gli scontenti”.

Insomma tra una città poco verde, come l’ha definita, e il voler dar vita a delle ronde, in perfetto Lega Nord’s style, Zaganelli non si è perso. Le idee sono chiare, adesso manca lo stemma, anche se era nascosto in una busta, i candidati e quell’appoggio "visivo" da parte del mondo politico che arriverà la prossima settimana.

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