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Il blog di Franco Parlavecchio - Se ne parla poco ma rischiamo di pagare tutti noi un miliardo di euro di multa

Che ne pensate di una multa da un miliardo di euro? No, non è uno scherzo, anche se non se parla molto in giro. Un miliardo di euro è quanto rischia di pagare l’Italia se non prenderà provvedimenti immediati, adottando misure appropriate, per ridurre le emissioni di particolato Pm 10, polveri presenti in atmosfera dannose per la salute.

Questo è l’ultimo appello, l’ultimo avvertimento, visto che fino ad ora tutte le azioni intraprese si sono rivelate insufficienti. Abbiamo solo due mesi di tempo per ridurre queste emissioni, o almeno per dimostrare che vogliamo cambiare il nostro stile di vita, altrimenti la Commissione Europea porterà l’Italia di fronte alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Conformarsi è un obbligo ma per tutti noi dovrebbe essere sentito come un dovere civico. La maglia nera delle emissioni nocive tocca soprattutto grandi città come Milano, Torino o Roma ma anche Regioni come la Toscana, l’Emilia Romagna e la nostra Umbria cadono in sforamenti giornalieri. Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente ogni anno l’inquinamento da polveri sottili provoca in Italia 66 mila morti premature, un triste primato europeo.

Mi domando perché si debba arrivare a farsi riprendere, come bambini capricciosi, noi che dovremmo tenere alta la bandiera della difesa dell’ambiente, come un invito al mondo intero a respirare la nostra aria densa di profumi, ad ammirare i nostri unici colori.

Che fare? E’ l’approccio generale che deve cambiare. Ci vuole una visione globale, un piano nazionale per abbattere le emissioni e ripulire l’aria evitando di dare risposte parziali o temporanee. In buona sostanza l'esatto contrario della svolta che vorrebbe imprimere Trump rilanciando l'uso del vecchio carbone. Molti ignorano che gli impianti di riscaldamento e condizionamento degli edifici italiani risultano in questo momento più inquinanti delle auto.

Rispetto al trasporto su strada le emissioni di particolato del riscaldamento domestico e commerciale sono tre volte superiori. Intervenire su questo segmento, ottimizzando i consumi e contrastando l’inefficienza energetica, garantirebbe vantaggi enormi nella lotta all’inquinamento e nel raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Italia.

In pratica offre molti più benefici sostituire gli impianti di riscaldamento delle abitazioni con modelli più moderni ed efficienti che bloccare totalmente il traffico delle auto. Oggi solo il 2% degli edifici può vantare la classe energetica A.   Investire sull’efficienza energetica degli edifici significa investire sul nostro patrimonio, anche immobiliare, generando ricadute positive sull’economia nazionale.

Per favore cara Italia, non dimenticare nel cassetto la lettera della Commissione Europea, non solo per la multa che verrà ripartita tra tutti noi, ma anche e soprattutto per il conto salato che stiamo pagando con un peggioramento lento ma inevitabile delle nostre condizioni di salute e delle generazioni future.

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