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Magistratura, Berlusconi in collegamento al Brufani: "Paese a democrazia limitata"

Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è intervenuto telefonicamente alla presentazione del club Forza Italia Giusta Giustizia. Durissimo attacco alla magistratura di sinistra considerata anti-democratica

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha fatto sentire la sua voce ai militanti di Perugia che hanno dato vita ad un club Giusta Giustizia, guidata da Walter Biscotti. Al Brufani è andata in onda una chiamata telefonica da parte del Presidente che è tornato a chiedere elezioni subito per dare un nuovo Governo all'Italia che non sia ovviamente di larghe o medie intese. 

"Dovremmo chiedere con forza - ha spiegato Berlusconi - a tutte le forze in Parlamento che si faccia un governo di scopo, che abbia come scopo soltanto quello di fare la nuova legge elettorale, magari mettendo insieme le elezioni europee con quelle nazionali". Le urne dunque per maggio 2014. Poi il leader ha picchiato duro contro i magistrati di sinistra che, a suo dire, sono la maggioranza e tutti in ruoli chiave: "Il nostro è un Paese in libertà condizionata con una democrazia dimezzata perchè c'è un ordine dello Stato composto da funzionari che hanno vinto un concorso, che si è elevato a potere, anzi a contropotere dello Stato e che addirittura in qualche modo controlla e sottomette gli altri pieni poteri dello Stato formati da persone elette dai cittadini. Noi, quattro volte negli ultimi 20 anni - ha sottolineato Berlusconi - abbiamo avuto al governo non gli eletti dal popolo ma delle altre persone volute dalla magistratura. Io la fiducia non l'ho mai perduta, neanche con questi ultimi avvenimenti, in questi giorni difficili

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Poi il passaggio su tangentopoli e la sua voglia di resistere a lungo: "I magistrati politicizzati con Tangentopoli erano convinti di aver aperto la via alla Sinistra per arrivare al potere e tenerlo definitivamente. E quando ho vinto nel 1994 sono saltati tutti i giochi ma è iniziata una persecuzione. Basti pensare che dopo due mesi del mio Governo hanno arrestato mio fratello Paolo e subito dopo il primo avviso di garanzia che ha portato alla fine dell'esecutivo". "Sento la responsabilità di dovere continuare, di dovere resistere fino a quando non saremo riusciti a risolvere il problema della giustizia in Italia": ha concluso Berlusconi salutanto i militanti perugini

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