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"Primi 6 anni determinanti per la personalità dei bambini": il vicesindaco Tuteri lancia il piano per sostenere infanzia e genitori a Perugia

Dalla 'baby newsletter' alla 'outdoor education': l'amministrazione del capoluogo umbro (43,8 posti ogni 100 bambini negli asili nido) ha scelto di puntare su alcuni progetti innovativi

Un momento di contronto in vista di sabato prossimo, 20 novembre, quando in tutto il mondo verrà celebrata la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Ampio il programma delle manifestazioni anche a Perugia, dove ieri pomeriggio si è partiti nella sala dei Notaridi palazzo dei priori con il semifinario dal titolo “Cura è Diritto”. Un momento di confronto per porre l’accento sulla responsabilità degli adulti a creare e sostenere una educazione di qualità per i bambini e le bambine, un richiamo a prendersi 'a cuore' i nostri ragazzi sin dai primi mesi della loro vita.

Il Comune di Perugia ha deciso di dotarsi del primo manifesto per la cura 0-6 dove si declinano i passaggi fondamentali dei servizi rivolti ai più piccoli. Tra i tanti: considerare bambini e bambini come persone degne di stima e fiducia, rispettare le unicità, avere cura della loro persona, considerare l’altro una persona speciale, coltivare il bello, l’armonia, il bene, la gentilezza e l’empatia, restare in silenzio osservando i bambini, essere delicati, esserci per l’altro con il cuore e la mente. In questo contesto l’obiettivo è valorizzare i diritti dei bambini, rendendoli protagonisti del loro futuro e farsi comunità educante tra tutti gli attori presenti sul territorio per costruire una rete di attività.

Il vice-sindaco Gianluca Tuteri con delega per l'infanzia ha lanciato le iniziative del Comune per sostenere famiglie e bambini: la prima, già partita, è la baby newsletter, l’invio di otto missive ai neogenitori per accompagnarli nel primo anno di vita del bambino con suggerimenti e consigli. Altro progetto pronto a partire è “la nascita colora la vita”, con presa in carico delle famiglie dai primi 3 mesi di gravidanza fino al terzo anno di vita del bambino con servizi ed educazione genitoriale. In cantiere ce n'è poi un terzo, l’outdoor education, che tende a favorire l’educazione e gli apprendimenti negli ambienti esterni. Infine Tuteri ha lanciato una proposta di azione: per i servizi 0-6 non è più rimandabile la costituzione di un’agenzia unica che coordini progetti, controlli l’impiego dei fondi del pnrr, misuri gli out-come degli interventi.

Durante il seminario si è poi discusso del documento “Nurturing Care for Early Childhood Development”, nato in risposta alle robuste evidenze scientifiche che riconoscevano l’importanza e la criticità dei primi anni di vita, per lo sviluppo del bambino. È stato elaborato da WHO, UNICEF e la World Bank, in collaborazione con Partnership for Maternal, Newborn & Child Health, Early Childhood Development Action Network e numerosi altri partner.

Il report offre una mappa, basata sui dati concreti, orientata all’azione e sottolinea che politiche e servizi possono supportare genitori, famiglie o chi si prende cura del bambino e la comunità, nel fornire alla prima infanzia una cura sollecita, attenta e indirizzata a una crescita in salute. In particolare verso quelle comunità in cui i bambini sono più a rischio di trascuratezza e abbandono. Per consentire ad ogni bambino di raggiungere il suo pieno potenziale, sono quindi necessarie 5 componenti strettamente correlate e indivisibili: buona salute, adeguata alimentazione, vigilanza e salvaguardia dai pericoli, prendersi cura con sollecitudine, sensibilità ed efficienza e opportunità di apprendimento precoce.

Ambiente familiare di apprendimento e qualità della scuola: questi i pilastri per favorire la crescita e lo sviluppo dei bambini nell’età 0-6 anni, considerata dalla scienza determinante per la costruzione della personalità e dello sviluppo complessivo della persona; una fascia d’età in cui l’interrelazione ed il rapporto con gli altri è in grado di fare la differenza, sviluppando la crescita del cervello e, di conseguenza, le capacità del bambino grazie ad un’adeguata stimolazione esterna.

Ecco quindi che, in questo contesto, il ruolo degli asili nido è basilare, perché già ad un anno di vita i bambini sono disuguali per competenze cognitive e relazionali; differenze che nel tempo crescono in ragione delle diverse opportunità offerte al bambino dall’ambiente familiare e dalla comunità.

I DATI - Perugia è in grado di offrire oggi 43,8 posti ogni 100 bambini, in media con l’Umbria che si pone al secondo posto in Italia dietro la sola Valle d’Aosta. A livello nazionale restano le criticità con un abbandono scolastico che resta alto (15%), con l’Italia al quartultimo posto davanti a Bulgaria, Romania e Malta. Il sud peggio del nord, i maschi peggio delle femmine, l’analfabetismo attestato al 7%.

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