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Ballottaggi, l'analisi del voto: così Zuccarini è diventato sindaco di Foligno

L'analisi dei flussi elettorali per il ballottaggio di Foligno: "Ha vinto perché ha mantenuto oltre il 92 per cento dei voti del primo turno e perché, rispetto al candidato del Centro sinistra Pizzoni, ha attratto molti più elettori da tutti i quattro candidati esclusi dal ballottaggio"

Lui scrive su Facebook: "Il 9 giugno 2019 rappresenta la data della liberazione di Foligno dopo oltre 70 anni di sinistra". L'analisi del Dipartimento di Economia sui flussi elettorali, presentato dal professor Bracalente, inquadra così la situazione del voto al ballottaggio: "Il candidato del centrodestra Zuccarini ha vinto perché ha mantenuto oltre il 92 per cento dei voti del primo turno e perché, rispetto al candidato del centrosinistra Pizzoni, ha attratto molti più elettori da tutti i quattro candidati esclusi dal ballottaggio (2300 contro 1100, mentre 1700 si sono astenuti)". Pizzoni, secondo le tabelle dello studio, ha mantenuto l'89,4% dei voti del primo turno.

Il giorno del ballottaggio, che ha cambiato il colore dell'amministrazione della città, racconta anche di altri movimenti di voti e salti di schieramento: "In particolare  - si legge nello studio - i 3500 elettori che al primo turno avevano scelto il candidato del M5S Fantauzzi al ballottaggio hanno votato per il 36 per cento Zuccarini e per il 29 per cento Pizzoni (il restante 34 per cento non ha votato)". Un altro "piccolo segnale di permeabilità", come lo definisce Bracalente, tra Pd e Movimento 5Stelle. Un altro segnale del passaggio tra M5s e Lega, come evidenziato dall'analisi sulle Europee.

E poi ci sono gli altri: "I restanti circa 1600 elettori dei candidati che hanno ottenuto meno voti hanno scelto in larga prevalenza il candidato del centrodestra o l’astensione, in particolare gli elettori di Stefanucci, e solo in piccola parte il candidato del centrosinistra, il 16 per cento degli elettori di Trombettoni". E ancora: "Nel turno di ballottaggio Zuccarini ha peraltro riportato al voto anche una piccola parte di elettori che non avevano votato al primo turno e ha pagato molto meno di Pizzoni l’astensione dei propri elettori dal voto al secondo turno". Ovvero: il 5% contro il 10%. 

Ballottaggio a Foligno, i numeri 

In termini percentuali, al ballottaggio Zuccarini ha preso il 36,6% dei voti di Fantauzzi, il 31,1% di quelli di Stefanucci, il 66,1% di Trombettoni e il 100% di quelli di Giustozzi. Il candidato del centrodestra ha anche 'recuperato' l'1,6% degli elettori che non si sono recati alle urne al primo turno. 

Di contro Pizzoni ha mantenuto l'89,4% dei voti del primo turno, prendendo il 29,5% del voto di Fantauzzi, lo 0 di Stefanucci, il 16.6% di Trombettoni e lo 0 di Giustozzi.

Il quadro generale 

Lo studio del Dipartimento di Economia, che prende in considerazione Foligno, Gubbio e Orvieto, sottolinea che "le stime dei flussi dai candidati che si sono presentati al primo turno delle Comunali ai due candidati che si sono disputati il ballottaggio permettono di analizzare quattro diversi fattori di successo o insuccesso: la capacità di mantenere mobilitato il proprio elettorato anche al secondo turno, quando la partecipazione al voto diminuisce, la capacità di attrarre l’elettorato dei candidati usciti dalla competizione al primo turno, la capacità di portare dalla propria parte gli elettori del campo avverso" e, ultimo, "quando la competizione è percepita come incerta, anche la capacità dei due candidati di portare al voto di ballottaggio una parte degli elettori che si erano astenuti al primo turno". Detto in breve, e con le parole dell'analisi, "la differenza l’ha fatta sempre soprattutto il risultato del 26 maggio, talvolta con un contributo importante anche del secondo fattore, ovvero la capacità di attrarre gli elettori dei candidati non ammessi al ballottaggio".

In ultimo, un passaggio sul dato dell'affluenza, calata drasticamente al momento dei ballottaggi: "Un altro dato da sottolineare preliminarmente - si legge nella relazione - , valido per tutti e tre i comuni, è che la minore partecipazione al voto rispetto al primo turno è dipesa essenzialmente dagli elettori dei candidati esclusi dal ballottaggio, che spesso hanno disertato le urne in oltre il 40-50% dei casi, mentre gli elettori di quelli ammessi che non hanno votato al turno di ballottaggio sono stati relativamente pochi, tra l’1% e il 15% a seconda dei casi".

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