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L'ANALISI di Maurizio Ronconi | Elezioni in Umbria. Per alcuni è stato l’ultimo giro. Liste civiche: centriste o terzo polo?

In questa ultima occasione sia il centro destra che il centro sinistra, l’uno a Todi, l’altro a Narni, hanno riconfermato “sic et simpliciter” i consolidati rapporti di forza

Considerare le elezioni amministrative che si sono svolte nelle settimane scorse anche in Umbria un significativo test politico, appare azzardato ed indurrebbe a valutazioni errate. Pochi cittadini umbri sono stati chiamati a votare e a scegliere i propri amministratori e comunque fattori locali hanno condizionato le scelte. Basti pensare a quanto accaduto a Cascia dove nonostante che il Segretario regionale del Pd si sia affrettato ad intestare la vittoria al centro sinistra, la realtà ed anche i “sussurri” ci dicono di un accordo sia pure solo nelle cose e mai dichiarato, tra sinistra e destra che ha favorito la presentazione di una sola lista ma che alla fine vedrà il varo di una giunta comunale “composita” , ovvero con la partecipazione di esponenti di centro destra.

Dati questi presupposti che nessuno vuole condannare ma che spostano l’analisi del voto dalla politica a questioni locali, considerare l’appuntamento elettorale di giugno un termometro affidabile per misurare la febbre alla politica e ai partiti umbri sarebbe esercizio a dir poco spericolato. Dati questi presupposti, tuttavia qualche considerazione può essere fatta. Sorvolando ma non ignorando la scarsissima affluenza per votare i quesiti referendari, detto del singolare risultato di Cascia, considerando la riconferma del Sindaco di Deruta scontata sia per l’impegno dimostrato dallo stesso nei precedenti cinque anni di sindacatura sia dalla scarsa consistenza dello schieramento avversario, essendo, con tutto il rispetto, poco più che assemblee condominiali le elezioni negli altri comuni umbri, rimangono Todi e Narni, cittadine oltre i 15.000 abitanti e dove i partiti nazionali hanno voluto in larga parte riproporre schemi e schieramenti tradizionali.

Dopo lo tsunami delle elezioni regionali e la parziale rivincita della sinistra alle elezioni amministrative dello scorso anno, in questa ultima occasione sia il centro destra che il centro sinistra, l’uno a Todi, l’altro a Narni, hanno riconfermato “sic et simpliciter” i consolidati rapporti di forza. Ovvero che l’avanzata della destra si è fermata, il recupero della sinistra, come potevano far presagire le recenti risultanze elettorali, non c’è stato. Di certo hanno contribuito le candidature proposte sia a Todi che a Narni. Sindaci uscenti che hanno ben fatto nel mandato precedente e che hanno ricevuto consensi ben al di là dei loro schieramenti. E tuttavia nella apparente stagnazione elettorale qualche increspatura, anche in Umbria si è vista. Continua il momento favorevole celle liste civiche con un risultato più che apprezzabile a Todi che però a ben vedere più che civiche appaiono terzopoliste, meglio ancora, centriste. Forse si sta aprendo una nuova stagione in cui anche (finalmente) una alternativa moderata si ripropone? Si vedrà.

Ma quello che più risalta ad una analisi del voto è l’evaporazione, così come anche a livello nazionale, del M5S che in realtà già nei recenti appuntamenti elettorali aveva chiaramente manifestato forti segni di debolezza e un mancato radicamento. Come per il resto d’Italia, del M5S d’ora in avanti si parlerà solo al passato. In molti non lo rimpiangeranno. Stupisce ancora di più la flessione molto grave della Lega e lo è ancora di più considerando che solo pochi mesi fa il partito di Salvini riempiva le piazze dell’Umbria, eleggeva grappoli di sindaci, imponeva una durissima e storica lezione alla sinistra, insediava una Presidente della Regione e tanti Consiglieri regionali. Sembra passato remoto, l’esplicazione più evidente di una politica solo umorale e non più né cerebrale né sentimentale, che premia ma con immediata successione condanna, forse per sempre. 

Un usa e getta che dovrebbe preoccupare i partiti incapaci di un minimo radicamento ma anche il complessivo sentimento democratico che sembra ormai non trovare più pace. Chi avanza è Fratelli d’Italia ma si dimostra ancora una volta capace di attirare una parte dei voti leghisti non di sommare quel valore aggiunto, quei voti provenienti da altrove, che soli potrebbero puntellare un centro destra sempre più in affanno e in crisi di identità Consultazione in pochi comuni, influsso localistico più che evidente e tuttavia per alcuni partiti non più una campanella d’allarme ma quella dell’ultimo giro.


 

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