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Pavanelli ai sindaci dell'Umbria: "Fate come la Raggi a Roma e accogliete i rifugiati afgani"

La senatrice del Movimento 5 Stelle chiede agli amministratori locali di mobilitarsi dopo la presa del potere da parte dei talebani: "Molti sono bambini e donne". Gli psicologi umbri intanto annunciano l'adesione al presidio di Perugia

Accogliere e proteggere la popolazione in fuga dall'Afghanistan dopo la presa del potere da parte dei talebani. Questo chiede ai sindaci dell'Umbria la pentastellata Emma Pavanelli, invitandoli a seguire l'esempio della Raggi a Roma e di altri primi cittadini della Penisola. "Oggi la sindaca Raggi insieme ad altri sindaci italiani - scrive in una nota la senatrice del Movimento 5 Stelle eletta in Umbria - hanno dato la propria disponibilità alla Farnesina per l'accoglienza e la protezione della popolazione in fuga. Auspico che la stessa volontà venga manifestata dai sindaci dell'Umbria, da sempre terra di pace e di accoglienza". 

La Pavanelli chiede “massima attenzione e protezione per il popolo afgano. Tutti sappiamo quanto la situazione dei diritti umani è fortemente compromessa in Afghanistan e con l'arrivo dei talebani questa situazione potrebbe precipitare. Le donne sono tra i primi bersagli della gestione talebana e non dobbiamo lasciarle sole, l'attenzione, anche mediante l'utilizzo di organizzazioni internazionali, deve essere mantenuta alta ora e in futuro. La comunità internazionale deve mettere in atto una strategia di aiuto anche per i rifugiati. Sappiamo che molti di essi sono bambini e donne. Seguo con molta attenzione la vicenda e le prime dichiarazioni dei leader afghani, tutti  dobbiamo attivarci ed essere vigili. Ora - conclude la Pavanelli - si vinca la guerra dei diritti e dell'umanità”.  

E in solidarietà alle donne afgane intanto l’Ordine degli Psicologi dell’Umbria ha annunciato la sua adesione al presidio organizzato per lunedì 23 agosto in piazza Italia a Perugia. A comunicarlo in un intervento via social è stato il presidente David Lazzari, secondo cui "le immagini che arrivano da Kabul provocano una sensazione di vergogna, di impotenza e di rabbia". In Afghanistan, secondo Lazzari, "il conflitto è tra il rispetto per la persona e la mancanza di rispetto. L’orrore e l’angoscia che provocano le immagini che arrivano da Kabul deriva dal ripresentarsi di un passato che, per quel Paese, credevamo ormai superato a favore di una idea più ampia di libertà".

Puntando l’attenzione in particolare sulle donne e sui diritti, tema particolarmente sentito dall’Ordine regionale, Lazzari afferma che "quelle immagini parlano alle nostre menti e alle nostre coscienze, anche se ci giriamo dall’altra parte. E se non ascoltiamo rischiamo molto, perché non si può credere in qualcosa a giorni alterni. Non si può difendere il valore della dignità umana, perché difendere la donna è difendere l’umanità, solo in base alla geografia. Tutte le donne del mondo oggi sono le donne di Kabul, e tutti gli uomini devono stare al loro fianco". Nell’evidenziare che l’Ordine nazionale degli Psicologi chiederà al Governo e al presidente Mario Draghi una mobilitazione, Lazzari ricorda infine che "ognuno di noi può fare qualcosa, facendo sentire la propria voce, per una azione della comunità internazionale, per l’immediata creazione di corridoi umanitari, per non abbandonare a se stessa le donne e la popolazione afghana".

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