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Aeroporto di Perugia, Blu chiama la Regione: "Va presa una decisione, all'Umbria servono i turisti"

Galgano: "E’ giunto il momento che si pronunci sul destino dell’aeroporto prima che chiuda a sua insaputa"

"Per un vero rilancio e sviluppo dell'economia umbra l'aeroporto di San Francesco d'Assisi è cruciale". Blu, l'associazione politica Bella Libera Umbria alza il volume e punta l'altoparlante verso Palazzo Donini. Comincia la presidente, Adriana Galgano: "La situazione dell’economia in Umbria è molto seria. E’ assolutamente indispensabile che si lavori per l’arrivo dei turisti nei mesi estivi. Per questo l’aeroporto deve funzionare". Ieri la Sase, la società che gestisce l'aeroporto, con il cda in scadenza, ha annunciato la ripresa dei voli dal San Francesco d'Assisi, compresa la novità Rotterdam. Ma a Blu questo non basta. E la Galgano ci mette il carico: "Sono mesi che chiediamo chiarezza sulla situazione di bilancio della Sase e sulle prospettive future. Ovviamente, non ci aspettiamo queste risposte dal consiglio di amministrazione di Sase visto che è da rinnovare a breve, quanto dalla Regione. E’ giunto il momento che si pronunci sul destino dell’aeroporto prima che chiuda a sua insaputa".

La consigliera comunale di Blu a Perugia, Francesca Renda, rincara la dose: "Oggi l’Umbria è tra le mete più cliccate per le vacanze, in virtù di ciò dovrebbe avere infrastrutture adeguate - evidenzia - In questo momento di grande crisi economica dovuta all'attuale pandemia è fondamentale per il capoluogo di regione essere raggiungibile. Per questo domani, in seconda commissione comunale, discuterò l’ordine del giorno che ho presentato come capogruppo di Blu per rilanciare lo sviluppo dell’aeroporto, affinché diventi un nodo strategico per tutto il Centro italia. E’ urgente lavorare a nuove rotte e predisporre un piano marketing".

Conclude Giulio Provvidenza (Blu), presidente del consiglio comunale di Bastia Umbria: "Nonostante la pesante flessione di mercato dovuta al Covid-19, è chiaro che il traffico aereo è il futuro (o meglio, è già il presente) per lo sviluppo dei territori, turistico e più in generale economico. In particolar modo per quelle aree, come l'Umbria, scarsamente connesse mediante le infrastrutture su ferro e su gomma, che dovranno comunque svilupparsi ponderatamente per non depauperare il patrimonio naturalistico del "cuore verde d'Italia".

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