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Aborto farmacologico, la Marini: "Dalla parte della salute delle donne senza ideologie reazionarie"

L'ex Governatrice dell'Umbria aveva firmato la delibera che introduceva la possibilità di ricorrere alla pillola RU486 in regime di ricovero in day hospital

Era stata lei nel 2018, quando era presidente dell'Umbria, a introdurre la possibilità di ricorrere alla pillola RU486 in regime di ricovero in day hospital. E ora che il Ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato che per l'aborto farmacologico non c'è bisogno del ricovero in ospedale - dopo che la governatrice umbra Donatella Tesei aveva disposto il ricovero per tre giorni per assumere la pillola RU486, scatenando polemiche politiche e manifestazioni in piazza - l'ex governatrice dell'Umbria, Catiuscia Marini, torna a far sentire la propria voce sulla questione. E lo fa con un post su Facebook: "Quindi la delibera assunta dalla Giunta regionale Umbria precedente legislatura non solo era corretta, ma coerente con le linee guida sanitarie che ora Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute confermano". Ancora la Marini: "Dalla parte della salute delle donne senza ideologie reazionarie e senza vestali della rappresentanza, ma con la coerenza di valori e conoscenza obiettiva dei doveri istituzionali, della legislazione e dell’amministrazione. In una parola: della Laicità dello Stato". 

Nel pieno della bufera politica, Catiuscia Marini era intervenuta così: "Le donne non sono oggetti da dominare ma sono persone libere di pensare e decidere - scrive l'ex governatrice sui social -. Non si può imporre una prestazione sanitaria in forma vessatoria con obbligo di 3 giorni di ricovero ospedaliero quando la prestazione può avvenire di norma in regime di day hospital, per altro producendo un costo inappropriato al SSN . La decisione organizzativa deve essere la più appropriata da parte delle aziende sanitarie e l’organo politico può solo occuparsi di programmazione".

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