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Martedì, 28 Novembre 2023
PerugiaToday

"E' un momento difficile, ma bisogna andare avanti come in una grande famiglia": così l'imprenditore Salvanti

Un'azienda perugina storica del mondo della comunicazione racconta come ha affrontato e affronta la difficile situazione generata dalla pandemia. E semina speranza puntando sul gioco di squadra

Abbiamo incontrato un imprenditore perugino, Fabrizio Salvanti, che assieme al co-amministratore Leonardo Marini e ad altri tre soci, dal 1986 manda avanti la storica azienda Promovideo, impegnata nel mondo della comunicazione in Italia e all'estero. Proprio la Promovideo è stata l'azienda che, nel pieno della pandemia, ha prodotto una serie di splendidi video sul tema "La bellezza ci aspetta", all'insegna della speranza.

Salvanti, la bellezza è ancora lì, ad aspettarci? Come è cambiato il mondo del lavoro in questo anno dall'inizio della pandemia?

"Eh sì, la bellezza non la perdiamo. Però nell'arco di cinque minuti, da marzo dell'anno scorso è crollato tutto..." 

Cosa accadrà quest'anno nel settore della comunicazione e degli eventi?

"Dovremmo essere maghi per capirlo; già negli utlimi anni si programmava poco, il giorno prima ti chiamavano per il giorno dopo, e adesso è ancora peggio. Non so cosa succederà; la nostra azienda lavorava per l'80% fuori dalla regione per eveneti in tutta Europa. Ora le nostre auto sono ferme, mentre in media prima percorrevano 50-60.000 km l'anno".

Come avete affrontato il difficile anno della pandemia?

"Innanzitutto non ci siamo scoraggiati: ci siamo rimboccati le maniche, vietato piangersi addosso. Ci siamo messi a lavorare, e abbiamo ridisegnato gli eventi in modalità totalmente on line, siamo stati fra i primi in Italia a farlo. Già dai primi di Aprile abbiamo comiciato a lavorare con logiche on line e ci siamo specializzati anche dal punto di vista tecnico. Va detto che siamo stati fortunati all'inizio della pandemia, perché l'impatto Covid era stato leggero in Umbria mentre i nostri competitor del Nord Italia in quel periodo affrontavano un momento gravoso. Allora siamo stati più liberi di attaccare il mercato dell'online e abbiamo preso clienti che altrimenti non avremmo raggiunto".

Come pensa che si possa superare una situazione ancora tanto incerta con un'azienda da mandare avanti?

"Vado fiero del fatto che noi siamo più di 15 persone tutte interne, tutti con contratto a tempo indeterminato. In questa azienda sono nati 18 figli e siamo come una grande famiglia. In questo anno non abbiamo abbandonato nessuno, abbiamo fatto quadrato, abbiamo stretto la cinghia e siamo riusciti a non lasciare a piedi nessuno. Tutte le imprese si trovano in questa situazione, se non peggio: l'importante è non piangersi addosso. Fermarsi è inutile, bisogna rimboccarsi le maniche e continuare a lavorare per quanto possibile".

Come vede il futuro del settore comunicazione?

"I tempi sono cambiati, questo è indubbio. Ma un cauto ottimismo è necessario. Noi siamo micorimprenditori, l'Umbria ne è piena (con il 97% di imprese sotto i 20 dipendenti) e siamo la forza vera del lavoro. Al nostro settore non sono arriviati alcun tipo di ristori, ma andiamo avanti. Il lavoro per quanto più povero di prima, ce n'è stato e ce n'è tanto. Lavoriamo tanto pur guadagnando molto meno, ma lavoriamo.

Credo molto nel fatto che se in azienda si lavora con rispetto reciproco, aiutando quei dipendendi più in difficoltà (penso ad esempio a chi in questo momento ha figli piccoli a casa, con le scuole chiuse), le cose possono funzionare bene. Le imprese funzionano bene anche per questo, se ci si considera come una famiglia".

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