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Un nuovo inceneritore in Umbria? La Regione ribadisce il suo no

Lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri non tiene conto del Piano regionale per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti ed è oltretutto economicamente non sostenibile

La Regione Umbria ha riconfermato, in sede di Conferenza delle Regioni e Conferenza Stato-Regioni, la sua contrarietà allo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministero dell’Ambiente, recante norme per “individuazione della capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e assimilabili in esercizio o autorizzati a livello nazionale”. 

L’atto è stato comunque rinviato alla prossima seduta della Conferenza Stato-Regioni per consentire ulteriori approfondimenti, come richiesto dal presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. 

La contrarietà della Regione Umbria ad un nuovo inceneritore è motivata dal fatto che il piano predisposto dal Governo non tiene conto del Piano regionale umbro per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti che "prevede una precisa scelta in direzione della raccolta differenziata al 68,6 per cento ed il collocamento sul mercato di Combustibile solido secondario (CSS) per 58 mila tonnellate all’anno, portando così il fabbisogno di trattamento termico a 72 mila tonnellate all’anno". 

Fattori questi che rendono oltretutto economicamente non sostenibile la realizzazione di Umbria di un impianto di termovalorizzazione.

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