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Prima Giornata interdisciplinare di studi sulla Sicurezza del Patrimonio Culturale: protagonista l'Università degli Studi di Perugia

Promossa dal Ministero dei Beni Culturali e da UniPg, la giornata si è svolta a Roma. Al centro degli interventi la complessità della ricostruzione post-sismica da differenti punti di vista

Favorire la crescita e lo sviluppo di una cultura della sicurezza abbinata alla tutela e alla conservazione dei beni culturali, per istruire e potenziare quei valori identitari del territorio di cui i beni culturali sono portatori: con questo obiettivo si è svolta a Roma, presso l’Auditorium della Biblioteca Nazionale Centrale, la prima giornata di studi sulla Sicurezza del Patrimonio culturale. A promuoverla è stata la Direzione Generale Sicurezza del Patrimonio culturale del Ministero della Cultura con la collaborazione del Dipartimento di Ingegneria e del Dipartimento di Economia dell'Università degli Studi di Perugia.

Uno sterminato patrimonio storico artistico da tutelare e promuovere

Il convegno, aperto dagli interventi del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e dal Direttore Generale Sicurezza del Patrimonio Marica Mercalli, ha avviato un interessante e proficuo confronto interdisciplinare sul tema della sicurezza in ottica progettuale volta non solo a valorizzare il nostro sterminato patrimonio storico-artistico ed architettonico, ma anche all’individuazione di possibili azioni integrate per contrastare lo spopolamento e la fragilità economica delle aree colpite dal sisma. Gli interventi, tenuti da importanti esponenti delle Istituzioni e del mondo accademico, sono stati organizzati con una logica interscalare: dalla sicurezza dei beni mobili e strategie di valorizzazione per un museo diffuso alla messa in sicurezza e restauro di grandi complessi storici e architettonici e del costruito storico; dalla rigenerazione dei tessuti urbani e riduzione del consumo di suolo al necessario sviluppo socio-economico e rilancio dei territori colpiti dal sisma.

Il beneficio dei fondi PNRR

In particolare, il panel A, coordinato dal Direttore Marica Mercalli, ha approfondito il tema della conservazione dei beni mobili nella fase post emergenziale unitamente all’idea di realizzare piccole strutture museali temporanee connesse ai depositi di sicurezza che si stanno progettando in tutto il territorio nazionale (linea di intervento PNRR-Recovery Art). In tal senso l’esperienza del deposito di Santo Chiodo a Spoleto costituisce un punto di riferimento per la conoscenza, tutela e la conservazione di un vasto patrimonio culturale duramente colpito dagli eventi sismici del 2016. Il Panel B, coordinato da Paolo Iannelli, Soprintendente Speciale per le aree colpite dal sisma del 2016, ha analizzato alcuni casi studio italiani che hanno rappresentato un chiaro modello d’intervento per le questioni del restauro e la messa in sicurezza di grandi complessi storici e architettonici.

In particolare gli interventi studiati hanno evidenziato come perseguire nell’ambito della più generale finalità di tutela, l’obiettivo di reinterpretare la ricostruzione post evento come opportunità di “riqualificazione” strutturale e funzionale del patrimonio culturale e del costruito storico in generale e quindi di prevenzione nei riguardi dei futuri e purtroppo inevitabili eventi calamitosi.

Il Panel C, coordinato da Paolo Verducci, Architetto e Professore di Progettazione Architettonica dell’Università degli Studi di Perugia, ha affrontato il tema della Rigenerazione dei tessuti urbani e della riduzione del consumo di suolo. In particolare, è stato affrontato il tema della sicurezza in una logica di rigenerazione urbana sostenibile, ponendo attenzione non solo al necessario coordinamento tra pianificazione urbanistica e progettazione architettonica, ma anche al restauro dei tessuti urbani e alla riduzione del consumo di suolo.

Il Panel D, coordinato dal Loris Nadotti, Professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari, Dipartimento di Economia, Università degli Studi di Perugia, ha affrontato lo Sviluppo socio-economico e rilancio dei territori colpiti dal sisma, sviluppando una riflessione dall’ambito storico tecnico a quello economico e sociologico in ottica di rilancio dei territori colpiti dal sisma. La riflessione si è articolata su tre principali questioni: 1. ricostruire o prevenire? Quando e perché la prevenzione, in termini di interventi tecnico-economici, comporta un risparmio di spesa pubblica rispetto alla ricostruzione di beni culturali; 2. la governance e la gestione del patrimonio culturale: quali possibili vie alternative o complementari alla gestione pubblica o alla gestione privata? il ruolo delle comunità locali e delle loro forme di auto-organizzazione; 3. la valorizzazione turistica e la creazione di network e modelli cooperativi.

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