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Un piccolo grande libro, scritto dall’illustre giurista Antonio Palazzo, incrocia diritto e letteratura

In un libriccino di sole 74 pagine c’è un mondo di sapere, declinato in una somma di concetti etico-giuridici

Un piccolo grande libro (“Genitorialità pirandelliana”, Ali&no editrice, euro 10), scritto dall’illustre giurista Antonio Palazzo, incrocia diritto e letteratura.

Il diritto concerne la genitorialità. Il campo in cui lo studio si dilata e si dipana è quello della drammaturgia pirandelliana.

Da notare peraltro che il nonno materno del professor Palazzo, palermitano doc, era amico personale di Luigi Pirandello. Ed esiste quindi un filo rosso, anche parentale, che lega il nostro Accademico dei Giurisprivatisti Europei col grande scrittore di Girgenti (Agrigento), premio Nobel per la Letteratura nel 1934.

Nei circa quaranta drammi pirandelliani, che si sommano a romanzi, novelle e scritti poetici, viene spesso toccato il tema della genitorialità, considerata nei suoi aspetti sociali e antropologici, che Palazzo si diverte ad indagare alla luce dei principii vigenti all’epoca in cui è vissuto l’autore e ai nostri giorni.

Precisando che, solo due anni dopo la morte dello scrittore, fu iniziata la riforma del codice civile, mediante l’approvazione di un principio che consentiva all’ascendente legittimo di chiedere la legittimazione del discendente. Si tratta di casi complessi e interessanti, legati anche a crisi di rapporti affettivi, a scelte obbligate o volute, al tema dell’alienazione e anche della pazzia.

Antonio Palazzo – ormai a pieno diritto “civis inquilinus honorarius” della città del Grifo – propone una serie di narrazioni pirandelliane con casistiche che intersecano il momento socio-affettivo con quello giuridico.

La conclusione, in quarta, propone questa riflessione: “L’evoluzione del costume esige quella del diritto familiare, ma non avverrà sempre che gli interessati ricorrano al diritto per regolare i loro rapporti, dominati dai sentimenti che rimangono all’interno del cuore umano”.

In un libriccino di sole 74 pagine c’è un mondo di sapere, declinato in una somma di concetti etico-giuridici. Oltre a una congerie di sentimenti che rendono la lettura interessante, ricca di spigolature umanissime e sempre attuali. Bravo a questo maturo, ma vigilissimo studioso che ci onora con la sua personale amicizia.

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