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Martedì, 23 Aprile 2024
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Sorpresa per Umbria Jazz, le antiche meraviglie incantano: foto con una tecnologia di 170 anni fa

Sotto i riflettori l’iniziativa del fotografo Stefano Fasi e dell’amico e complice Marco Pareti, antropologo, storico e scrittore del Lago di Perugia

Stazione del Minimetro di via della Rupe. Il numeroso pubblico di UJ osserva incantato una macchina fotografica d’epoca che agisce con una tecnologia di 170 anni fa. Sotto i riflettori l’iniziativa del fotografo Stefano Fasi e dell’amico e complice Marco Pareti, antropologo, storico e scrittore del Lago di Perugia (all’attivo una favola lacustre e un noir, ambientati intorno a quel mitico specchio d’acqua).

Sono reduci da una mostra fotografica sugli antichi mestieri del Lago Trasimeno, esposta dentro il Museo della Pesca di San Feliciano. Un successo legato al significato storico antropologico della ricerca effettuata da Pareti, che si è avvalso della valentia e della passione di Stefano Fasi.

In occasione della kermesse del jazz, hanno deciso di presentare al grosso pubblico le meraviglie antiche che sanno di… miracolo.

Alcune persone hanno chiesto di essere effigiate con quella tecnologia e ne sono rimaste estasiate. “Alcuni particolari, come gli occhi – spiega Pareti – sono inarrivabili con la pellicola o col digitale. Pare che l’immagine rubi l’anima, se è vero che oculus est speculum animae”.

Fasi spiega la tecnologia: “Si sparge collodio umido su lastra in alluminio, come in questo caso, o in alternativa su vetro. La tecnica è stata messa a punto nel 1852 e si basa sulla capacità dei sali d’argento di reagire alla luce, trasformandosi con appropriate procedure e trattamenti, da alogenuri in argento metallico”.

Insomma, che succede?

“Il collodio in forma liquida/viscosa si stende sulla lastra e serve da collante/strato di supporto per far sì che i sali d'argento restino attaccati alla lastra”.

Anche il sottoscritto è stato fotografato. Ma come hai fatto a realizzare lo scatto e a giungere al prodotto finale, in che tempi?

“I tempi necessari per completare una singola fotografia dalla preparazione della lastra, allo scatto (che come hai visto richiede mediamente 5-8 o anche 10" di posa...) poi lo sviluppo ed il fissaggio. In ultimo, un accurato lavaggio di almeno 30'... insomma ci vuole circa un’ora per una singola foto”.

Il risultato è però straordinario

“È una combinazione di arte e artigianato che fa recuperare il gusto delle cose originali, valorizzando la fotografia, come oggi non succede più”.

Al soggetto è richiesta anche un certa collaborazione, vero?

"Come hai potuto vedere, non si deve muovere per qualche secondo. Insomma: questa tecnica costringe il fotografo e anche il soggetto ad una consapevolezza inusuale”.

L’evento – proprio per la sua eccezionalità – è stato documentato dall’Inviato Cittadino (foto in gallery) e dal professionista Andrea Ottaviani.

Le foto sono state immediatamente lavorate in una camera oscura improvvisata al pianterreno del laboratorio di Happy Pizza, di via Oberdan. Tra gli effigiati, oltre all’Inviato Cittadino, l’attore Mirko Revoyera, il musicista Leopoldo Calabria, il pittore-scrittore Mauro Tippolotti, il profumiere Carlo Sargenti, il princeps tonsorum Alberto Bottini, l’attrice Simona Esposito…

Oggi – per la chiusura di UJ – è l’ultimo giorno di questa singolare presentazione. Sempre in via della Rupe, stazione numero 1 Minimetro. Mirabilia fotografiche d’antan. 

Perugia, meraviglie dal passato: foto 'speciali' con una macchina unica

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